“La mia vita postuma”, c’è vita dopo

“La mia vita postuma”, la vita dopo la morte.

Chi dice che tutto finisce quando si passa a miglior vita?

“La mia vita postuma” mette sotto i riflettori la figura di Emma, una anziana signora che vive nella sua casa dove il tempo non sembra passato.

La classica casa della nonna, carta da parati alle pareti, un pappagallino che starnazza, stanze dove il tempo sembra non rivoluzionare nulla.

Forse anche la stessa vita di Emma subisce lo stesso trattamento, visto che dopo la morte accidentale del marito, sembra ferma a quel momento.

L’unica compagnia è rappresentata dalla donna delle pulizie con cui non ha un buon rapporto, ma che è in fondo la sua unica amica.

La perdita del marito ha sancito profonde ferite nel suo animo, tanto da ucciderla dentro, senza che se ne rendesse conto.

La situazione cambia quando la morte arriva in modo ufficiale, strappandole la vita, ma non nel senso canonico del termine.

 

“La mia vita postuma” racconta proprio questo, una vita dopo la vita, qualcosa che continua al di là di ciò che si pensa.

Ed è proprio quella che in qualche modo farà rifiorire Emma, andando a scoprire il sapore della vita quando questa invece non c’è più.

Com’è possibile che la morte non rappresenti la fine di tutto? Com’è possibile che lei sia ancora in vita tutto sommato?

E soprattutto chi ha ucciso la povera donna visto che la caduta accidentale da una scala nasconde in realtà una morte per omicidio?

Tanti annosi interrogativi che in realtà mettono in secondo piano la scia di giallo per porre più in risalto i colori dell’anima.

Emma non sarà da sola, nel suo viaggio dopo la morte, che poi morte non è, troverà addirittura una compagnia.

Questo darà vita ad una serie di flashback in cui il lettore potrà scoprire chi sia davvero e che vita abbia vissuto.

 

“La mia vita postuma” è un lavoro di Hubert e Zanzim pubblicato in Italia da Bao Publishing dopo aver già proposto altri titoli dell’autore.

Il delizioso “Pelle d’uomo” infatti è un’opera decisamente diversa della stessa matita, ma che presenta tratti simili.

Una vita che cambia, anche in questo caso, sfruttando il tema della morte in un modo del tutto diverso dal solito.

Facile pensare all’identità dello zombie, ma qui non troveremo voglie di carne umana e perdita della ragione, al contrario.

Forse Emma non avrebbe mai avuto modo in vita di essere più attenta e caparbia come nella sua veste nuova.

La preziosa compagnia di un’altra donna non può che richiamare un classico del cinema come “La Morte ti fa bella”.

Al pari del lavoro, tra stucchi e aggiusti per celare la vera identità, ci sarà spazio per una scoperta interiore degna di essere vissuta.

Un bel colpo di scena finale metterà l’accento su qualcosa che potrebbe prevaricare la morte e trovare il vero significato della vita.

“La mia vita postuma” è un bel lavoro che si lascia leggere e scoprire pagina dopo pagina con passione e attenzione.

Il tema horror vagante, quello da thriller per la morte accidentale, spruzzi di commedia romantica poi completano un mix ben riuscito di vari generi.

Un’opera molto particolare che rivoluziona il genere zombie classico, utilizzandolo in modo del tutto anomalo.

Gaetano Cutri

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