“Una pura formalità”: un luogo improprio per ricordare

La Compagnia di Glauco Mauri e Roberto Sturno in prima nazionale al Teatro della Pergola con la versione teatrale del film di Giuseppe Tornatore.

3069 Roberto Sturno Glauco Mauri_Una pura formalit+áLa pioggia scrosciante sul fondo del palco apre la scena del nuovo spettacolo della Compagnia Mauri-Strurno, in prima nazionale al Teatro della Pergola di Firenze: “Una pura formalità”, dall’omonimo film del 1994 di Giuseppe Tornatore. In esso compariva un cast d’eccezione con Gérard Depardieu, Roman Polanski e l’allora giovane Sergio Rubini. La scelta di Glauco Mauri cade sempre su testi contemporanei non teatrali, neanche troppo noti, in cui il surreale si coniuga a riflessioni esistenziali di ampio respiro. Lo ricordiamo qualche anno fa nell’avvincente lavoro “Il Vangelo secondo Pilato” di Éric-Emmanuel Schmitt e con “Quello che prende gli schiaffi” di Leonid Nikolaevič Andreev (entrambi andati in scena sempre alla Pergola).

L’impronta della regia di Mauri (che si occupa anche della riscrittura teatrale) è visibile in ognuno di questi spettacoli: cura dei minimi particolari, direzione degli attori e successione delle scene costruita ad arte, colpi di scena e momenti commoventi, ma la distensione di alcune tirate, qualche volta, risulta troppo solenne e meno incisiva. Anche in questo affascinante ultimo lavoro gli interpreti (Mauri compreso) sono eccezionali, ma la rappresentazione, nonostante la sua brevità, risulta a tratti un po’ faticosa. Una piccola pecca rispetto all’intera operazione: oltre alla regia e agli attori, degna di nota anche la scenografia (di Giuliano Spinelli) e l’impatto visivo che essa riesce a trasmettere fin dall’apertura del sipario, calando immediatamente gli spettatori in una strana stanza, un luogo “scavato” chissà dove, lontano dal mondo.

Quando lo scrittore Onoff (Roberto Sturno) arriva in questo posto è spaesato, tramortito, non rammenta nulla ed è privo di documenti. Ci vuole un po’ per scoprire che si tratta di un famoso autore di romanzi: a riconoscerlo, dopo aver dato già inizio a un lungo interrogatorio, è il Commissario (Glauco Mauri), il quale lo ascolta e cerca di guidare il suo interlocutore fin dentro il suo inconscio. Lo aiuta a scorgere nel suo passato, nella sua esistenza, le risposte che possano svelargli dove si trova e come ci è arrivato. In alcuni istanti sembra di entrare in un sogno, tutto appare irreale, anche le improvvise sfuriate di Onoff e le violenze gratuite degli altri uomini presenti in questa “stazione di polizia”. Una stazione/frontiera, luogo di passaggio. Lo spettatore segue questo dialogo inquisitorio, a volte interrotto da confessioni personali o dalla presenza di altri personaggi, eppure non riesce a capire cosa sia realmente accaduto. Lo stupore di Onoff è il suo, quando alla fine inizia a ricordare tutto e ogni mistero viene risolto.

FIRENZE – Teatro della Pergola, 28 gennaio 2014

Mariagiovanna Grifi

UNA PURA FORMALITA’ – Regia: Glauco Mauri; Autore: Giuseppe Tornatore; Versione teatrale: Glauco Mauri; Interpreti: Glauco Mauri, Roberto Sturno, Giuseppe Nitti, Amedeo D’Amico, Paolo Benvenuto Vezzoso, Marco Fiore; Musiche: Germano Mazzocchetti; Scene: Giuliano Spinelli; Costumi: Irene Monti; Compagnia: Mauri-Sturno. Foto: Manuela Giusto.

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