In avvio il Festival che coniuga l’attualità con la comicità, occasione di riflessione su un’epoca che (non) cambia e che, a tratti, “fa ridere”.
Non c’è niente di più amaro della risata. Ionesco e Beckett, grandi esponenti della drammaturgia novecentesca, non avevano alcun dubbio sulla comicità della tragedia. A questa concezione si collega il Teatro dell’Assurdo, che ci conduce a ridere spensieratamente della disperata condizione umana. Cos’è più assurdo della realtà? Dell’essere umano e delle sue innumerevoli contraddizioni? Delle relazioni tra uomini e delle loro folli scelte? Ecco perché appare indovinato l’obiettivo del Comico Civile Festival di coniugare «la riflessione in un tempo storico a rischio tracollo e il piacere rivoluzionario di una risata». Giunto alla sua II edizione il festival propone, anche quest’anno, cinque spettacoli «da sorridere e ridere seriamente» che fotografano l’Italia attuale proponendola in una prospettiva tragi-comica.
Il primo appuntamento, tenutosi al Magma di Firenze, è stato “Gli ebrei sono matti” di Dario Aggioli, in scena insieme a Guglielmo Favilla. Lo spettacolo si ispira a un episodio realmente accaduto durante il fascismo: Carlo Angela, padre del noto presentatore televisivo ed allora direttore della casa di cura per malattie mentali Villa Turina Amione di Torino, riuscì a far internare alcuni antifascisti ed ebrei per preservarli dalle persecuzioni. Un gesto che salvò delle vite, ma costrinse alcune persone a entrare in stretto contatto con i cosiddetti “pazzi”, con il rischio di “ammattire” davvero. Ferruccio (Guglielmo Favilla), un ebreo romano, viene messo in stanza con un degente, Enrico (Dario Aggioli), per imparare a fare il malato. Solo diventando credibile può sentirsi al sicuro tra le mura del manicomio ed evitare di essere deportato. Ma non è facile. Per imitare quei gesti, quelle parole, quella continua estenuante compulsività, dovrebbe conoscere i meandri oscuri della mente umana, dovrebbe comprendere il flusso di pensiero di Enrico, il quale trascorre ogni ora della giornata ripetendo gesti e parole all’infinito, come un monito. Nei suoi discorsi insensati c’è un continuo riferimento a Mussolini e alle leggi razziali. Enrico sembra essere imprigionato nella sua testa, tra un disperato bisogno di comunicare e l’incapacità di farlo. Ferruccio l’osserva, prova a emularlo, ma è solo una sua falsa copia. Bravi gli attori nel riuscire a definire chi è matto davvero e chi cerca di esserlo. Un plauso a Dario Aggioli e alla sua instancabile interpretazione nei panni di un uomo che ha completamente perso se stesso ed è schiavo delle sue fantasie. Lo spettacolo è uno squarcio di mondo, mostra un quadro doloroso, due esistenze spezzate, ognuna a suo modo. Ed è la situazione paradossale di incontro tra queste due realtà drammatiche ad assumere toni divertenti.
Tutti gli appuntamenti di Comico Civile sono preceduti da una video-inchiesta realizzata sul tema della serata da Saverio Tommasi, co-direttore del festival insieme a Roberto Caccavo. Per questo primo incontro è stato realizzato un video nell’ex ospedale psichiatrico di San Salvi, quello che oggi viene chiamato La Tinaia (Centro di attività espressive), un luogo dove gli operatori aiutano ex degenti e nuovi malati mentali a trovare una via di comunicazione diversa, passando attraverso le forme artistiche; un centro di riabilitazione sia fisica, per esempio di abilità motorie attraverso il disegno, che cognitiva, laddove alcuni pazienti-artisti riescono a dar vita a vere e proprie opere d’arte che trovano posto in mostre esterne. Prossime serate tra riso e realtà saranno: il 22 febbraio con Silvia Frasson in “Santa Giovanna dell’Immaginazione”, teatro di narrazione che racconta la storia dell’eroina Giovanna D’Arco proponendo il punto di vista soggettivo e “parziale” dell’attrice-narratrice; il 22 marzo con Alberto Pagliarino in “Pop Economix Live Show”, conferenza-spettacolo sulla crisi moderna e sui suoi meccanismi economici e finanziari; il 26 aprile con Riccardo Goretti in “Annunziata detta Nancy”, monologo surreale sulla storia italiana dell’ultimo secolo e sull’essere “uno e molteplice”, perché prodotto di tanti corpi che, nel passaggio tra generazioni, hanno dato alla luce nuova vita; il 3 maggio con Silvia Garbuggino e Gaetano Ventriglia in “Magi”, un varietà di inizio ‘900 dove gli attori donano, come i Re Magi, la parola degli artisti, una parola che parla della vita, «delle cose che ci stanno a cuore».
FIRENZE – Spazio Magma, 25 gennaio 2014
Mariagiovanna Grifi
GLI EBREI SONO MATTI – Regia: Dario Aggioli; Autore: Dario Aggioli; Interpreti: Dario Aggioli, Guglielmo Favilla; Aiuto Regia: Eleonora Leone; Scene e Costumi: Arianna Pioppi, Medea Labate; Maschere: (realizzate in gioventù) Julie Taymor; Compagnia: Teatro Forsennato.