Si spezza e s’interrompe il corpo di Irma in Api e lievito…il dolore come api nella testa

Fosca e intensa, la messinscena Api e lievito…il dolore come api nella testa di Valeria Patera, interpretata con bravura da Ana Kush con le suggestive musiche eseguite dal vivo da Giuliana Elena Jurado Bonomi, racconta una storia di abusi reiterati, abusi che hanno spezzato l’anima e il corpo della protagonista Irma, la cui improvvisa “ribellione” determinerà, paradossalmente, una nuova frontiera di dolore ed emarginazione.

L’infantile ingenuità con cui Irma vive la violenza, come fosse parte di una routine fisiologica, nel tempo divenuta necessaria, se da un lato deriva dall’inconsapevolezza dell’età, dall’altro sembra essere frutto di un meccanismo di difesa che impedisce alla protagonista di guardare in maniera lucida la condizione di sofferta subalternità in cui i maschi abusanti l’hanno relegata.

Il ronzio delle api che invade la mente di Irma durante i rapporti sessuali a cui soggiace rassegnata, rappresenta l’escamotage che il corpo concepisce per proteggersi da un trauma che non può essere né razionalizzato né metabolizzato ma solo camuffato, nascosto.

Così, mentre il brusio degli insetti distrae l’attenzione della protagonista, ottundendone i sensi, il corpo, che vive l’abuso, si dissocia, diventa lievito: lievito di desiderio, di libidine, di orrore.

Il destino di Irma, però, in una società dominata dal gregarismo dei maschi, è segnato; al ronzio delle api che “svuota” la mente durante i ripetuti stupri subentra la brutalità delle scariche elettriche a cui viene sottoposta, durante le sedute di elettroshock nell’ospedale psichiatrico in cui è internata. Irma ripercorre la sua storia dal fondo del suo coatto ricovero manicomiale, un ricovero indotto, probabilmente, dall’intenzione di mascherare lo scandalo, di “bonificare” la volontà di una donna che trova  improvvisamente la forza di opporsi alla mortificazione e all’abuso, spezzando la catena di violenze inaugurata dal suo primo aguzzino, Don Mario.

La precisa regia di Maddalena Emanuela Rizzi restituisce allo spettatore le molteplici “interruzioni” di cui è vittima Irma, il cui corpo, reificato fino alle estreme conseguenze, non conosce tregua, e trascorre da una violenza all’altra, spezzato da una sorte che non avanza grazia.

Galleria Toledo, Napoli, replica del 27.10.2023

 

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