Variazioni su Giona

Compagnia Xe: Variazioni su Giona

Tra repertorio e avanguardia

Nell’ambito del Festival Fabbrica Europa va in scena, al Teatro Cantiere Florida, Variazioni su Giona di Julie Ann Anzilotti. Si tratta di uno degli ultimi lavori della Compagnia Xe, formazione di lunga durata e dalla solida esperienza, capace ormai di collocarsi tra i “classici” della danza contemporanea, tra repertorio e avanguardia.

In Variazioni su Giona c’è il sapore delle coreografie nate negli anni Ottanta e Novanta. E, come quelle opere, il lavoro di Anzilotti forse meriterà di rientrare in un repertorio da conservare e tramandare. La stessa sorte, del resto, era capitata al suo Erodiade – Fame di Vento, inserito nell’ambito dell’ambizioso Progetto RIC.CI di Marinella Guatterini.

Nel lavoro di Julie Ann Anzilotti brillano tuttavia anche colori nuovi e all’avanguardia, capaci di dialogare con ciò che c’è di più fresco ma contando su radici solide, su modalità operative consolidate, concedendosi inoltre i tempi e le attese di chi si ferma a pensare, in contrasto con la frenesia del mondo attuale che, col suo caos, spesso si riversa sulle scene attraverso le opere degli artisti più giovani.

Steven Brown: una musica prescrittiva

La musica di Steven Brown, dai toni fortemente evocativi e con un tocco minimalista capace di condurre chi ascolta in terre lontane, porta il pubblico nel vivo della vicenda del profeta Giona. Quest’ultima viene riletta dalla coreografa nella sua più profonda valenza emotiva e, per questo, ancora fortemente attuale.

Il Giona di Julie Ann Anzilotti

I due danzatori, Paola Bedoni e Paolo Piancastelli, rappresentano l’essenza sfaccettata di Giona, esprimono in danza i diversi sentimenti e le contrastanti emozioni che infestano l’anima del profeta, influenzandone il comportamento.

«Giona è fragile e si sente inadeguato perché non obbedisce a Dio ma allo stesso tempo, in quanto profeta, è coraggioso», afferma la coreografa, «quando viene inghiottito dal pesce prova disperazione ma è anche sicuro che Dio lo aiuterà e dunque si affida».

L’angoscia di Giona imprigionato nel profondo del mare è magistralmente portata sul palcoscenico del Florida da Piancastelli, “immerso” in un pesante maglione col collo alto che gli copre interamente la testa.

Danzare sul ritmo dei sentimenti

Il danzatore, con il suo ondeggiare, rende palpabile la musicalità dell’opera di Brown e allo stesso tempo trasmette il mutare degli stati d’animo del profeta.

Di Paola Bedoni rimangono impressi la perfetta aderenza al ritmo e le rotazioni del busto che richiamano Piano Phase di Anne Teresa de Keersmaeker. La coreografia è in effetti costruita sui ritmi, sulla musica e sul silenzio; così ancora Anzilotti: «io lavoro molto sui sentimenti, ne individuo il ritmo e su questo ritmo costruisco le sequenze coreografiche».

La scoperta della compassione tra luci e oggetti di scena

Da una parte la presenza del maschile e del femminile suscita domande profonde sugli archetipi e sulle modalità percettive e rappresentative, quasi suggerendo allo spettatore di concentrarsi non tanto sulla narrazione ma sul personaggio di Giona. Dall’altra le luci vengono in aiuto per immaginare i contesti della storia: la gravità che circonda Ninive, il mondo sott’acqua silenzioso e ovattato, l’incontro con la pianta di ricino.

Quella pianta – opera di Monica Sarsini – conferisce tangibilità a una coreografia in continuo divenire e rappresenta la risoluzione della storia: Giona prova compassione davanti al suo seccarsi e comprende così lo stesso sentimento provato da Dio davanti al belligerante popolo di Ninive.

Un’opera a tutto tondo

In generale, in Variazioni su Giona danza, oggetti di scena, scenografia e costumi concorrono nel portare a compimento un lavoro complesso ma anche capace di trasmettere conoscenze – il testo biblico – e di stimolare riflessioni, specie su cosa sia la compassione.

La scena di Tiziana Draghi è minimale e consiste di una striscia sulla quale viene proiettato un video realizzato da Francesco Margarolo; questo, in linea con la coreografia, rappresenta il fluire di sentimenti ed emozioni contrastanti.

Tale prodotto audiovisivo, spiega Julie Ann Anzilotti: «non doveva intrattenere né avere scopo di abbellimento; doveva anzi proporre delle linee che riprendono il movimento dei danzatori».

Anche i costumi di Loretta Mugnai sono funzionali all’espressione dell’interiorità di Giona: oltre al succitato maglione a collo alto, un cappotto in tessuto colorato «rappresenta l’inadeguatezza», la necessità di coprire un corpo che non si sente all’altezza, un disperato tentativo che nasconde ma non elimina questa sensazione di rigidità.

Firenze – Teatro Cantiere Florida, 3 ottobre 2023

Benedetta Colasanti

 

VARIAZIONI SU GIONA – Coreografia: Julie Ann Anzilotti; con: Paola Bedoni e Paolo Piancastelli; musiche originali: Steven Brown e Luc van Lieshout; scena: Tiziana Draghi; video: Francesco Margarolo; scultura da testa e albero: Monica Sarsini; produzione: Compagnia Xe; con il sostegno di MiC, Regione Toscana, Comune di San Casciano Val di Pesa, Fondazione Toscana Spettacolo onlus.

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