Se la poesia irraggia anche la dura esistenza de La vacca

Continua il successo de La Vacca, pièce scritta da Elvira Buonocore, diretta in maniera puntuale da Gennaro Maresca e interpretata egregiamente dallo stesso Maresca, da Vito Amato e da Anna De Stefano, che ha ottenuto numerosissimi riconoscimenti, tra cui il Premio Tuttoteatro.com Dante Cappelletti XIII Edizione (Premio giuria tecnica e popolare) e i Premi Voci dell’Anima 2021 al Teatro della Centena di Rimini.

Al centro della vicenda, che si svolge in una desolata periferia napoletana, durante il torrido periodo estivo, ci sono Donata, interpretata da un’eccezionale Anna De Stefano, e Mimmo, il bravo Vito Amato, fratelli legati da un rapporto ambiguo, tenero, violento e animalesco al tempo stesso, creature caratterizzate da un’abbozzata sensibilità, figli del degrado e della povertà educativa, i cui gesti e i cui comportamenti rispondono a impulsi istintivi e a sentimenti fatalmente ancestrali.

L’irruzione di un mandriano alla ricerca delle sue vacche – l’ottimo Gennaro Maresca – nell’inquietante e routinario perimetro esistenziale di Donata e Mimmo, genera un sotterraneo terremoto emotivo che rivela la perniciosa fragilità e la potenziale distruttività del desiderio che si esprime in maniera disordinata e arazionale, attraverso una grammatica che potremmo definire confusa, primitiva e ineducata.

Eppure, nonostante la deprivazione e la palese ordinaria rozzezza che sostanzia la vita dei personaggi di questa storia, La Vacca lascia trasparire un’inattesa delicatissima luce poetica perfino nelle pieghe più prosaiche della narrazione: anche nella rude e buia mattanza si nasconde un baluginio di commovente sincera umanità.

Teatro Elicantropo di Napoli, replica del 18.02.2024

 

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