Romano Gennuso, soldato nudo e pacifista
Ne “La legge dell’amore universale” di Antonio Mocciola

 

“La legge dell’amore universale” parla di pacifismo, e anche se si riferisce a un personaggio vissuto veramente, Furio Sbarnemi, disertore della prima guerra mondiale, il tema è quanto mai attuale. Cosa racconta questo testo?

Racconta di uomo fiero di essere il traditore di una patria che semina solo dolore e miseria. Si fa portavoce della sofferenza propria ma anche di quella dei nemici che condividono lo stesso pensiero “perché siamo qui a soffrire ?per chi ? Per che cosa?”. Una guerra combattuta solo per il capriccio di uomini egoisti che hanno chiuso gli occhi di fronte ad un’operazione che ha solo distrutto famiglie, soprattutto quelle del sud .

In scena sei da solo, completamente nudo per tutto lo spettacolo. Di fronte a te, la presenza e l’attenzione di un pubblico che chiede al tuo corpo, alla tua voce, di raccontare una storia, senza nessun tipo di orpello, di scena, o di effetti speciali. Cosa ti spinge ad affrontare questa sfida, in cui l’intenzione, il gesto, acquisisce una fragilità, un’emotività più viva, più cruda? Come la vivi? Secondo te c’è ancora pregiudizio in Italia nei confronti del nudo, specie maschile, al cinema o in teatro?
Il nudo è un elemento che se non usato bene in scena sia a cinema che a teatro può cadere nel ridicolo. Qui, in questo testo, il nudo è simbolo di purezza, la semplicità di un uomo che rifiuta di vestire i panni di un soldato per combattere i propri ideali e valori di fronte ad un periodo marcio che snatura anche ciò che di più semplice ci circonda .

Cosa pensi possa darti questa esperienza così estrema nel corso del tuo percorso artistico?
Arricchirà il mio bagaglio culturale e sono sicuro che questo personaggio mi darà tanto perché non racconto una storia di un singolo uomo ma di tanti soldati che in quegli anni avrebbero voluto dire quello che il protagonista porta in scena.

Come ti definiresti attorialmente? Pregi e difetti.
Il mio pregio è che amo approfondire il personaggio creandomi un passato che il testo non racconta, in poche parole divento il personaggio. Il mio difetto è l’ansia di non riuscire a far conoscere bene al pubblico alcuni aspetti della storia che sto narrando.

E’ la prima volta che affronti un monologo? Che tipo di emozione provi? 
Ho recitato molti monologhi ma questo è l’unico che mi ha trasmesso delle emozioni che vanno al di là del testo. Sicuramente vi sono elementi che mi appartengono inconsciamente.

Il tema della nudità è qui declinata come forma punitiva, e in un secondo momento provocatoria. Nel mostrarti tutto nudo al pubblico é più forte l’imbarazzo, l’incoscienza o riesci a nascondere il tutto dentro al personaggio? 
Non so dirti anche perché è la prima volta che recito nudo quindi potrebbe essere una di quelle appena descritte oppure tutte e tre. Lo scopriremo in scena.

C’è qualcosa di Romano in questo Furio inibito e spudorato? Qual é il tuo rapporto con il corpo, e la nudità?
Furio è un personaggio forte e userebbe la sua nudità per provocare. Romano è un attore che deve cercare di far emergere tale personaggio per quello che è .

Cosa pensi del testo di Antonio Mocciola, e cosa ti ha convinto a interpretarlo?
Il testo di Antonio è un testo forte che ha bisogno di essere raccontato e non lasciato morire dentro un cassetto o un Pc. Il pubblico deve andarlo a vedere non per cercare di carpire se l’attore sarà in grado di recitare un testo nudo ma perché racconta di VALORI che non possono svanire ed essere dimenticati.

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