“PUPILLA”, tre volti di donna

Le bambole inquietanti di Valeria Magli a Fabbrica Europa 2015.

Al Teatro Cantiere Florida va in scena “Pupilla”, riallestimento dell’omonimo spettacolo del 1983 in cui Valeria Magli era la protagonista e Marinella Guatterini era ideatrice e direttrice artistica. È quest’ultima che presenta la nuova versione nel contesto di Fabbrica Europa.

Le bambole sono da sempre oggetti molto presenti, sia nella vita quotidiana sia nel mondo dell’arte e della letteratura. Pensiamo al balletto ottocentesco “Coppelia” e alle sue bambole meccaniche, pensiamo alla Nora di “Casa di bambola” di Henrik Ibsen; ma si potrebbero fare molti esempi, tra cui Hans Bellmer e Heinrich von Kleist, punti di riferimento e ispiratori dichiarati di Valeria Magli. La danza di “Pupilla” non è certo virtuosismo da danza classica, è più una pantomima, i cui gesti imitano quelli sinuosi delle donne seducenti che si truccano e vestono come bambole, quelli scoordinati dei bambolotti di pezza con cui giocano le bambine e quelli scattosi degli automi meccanici. Diverse bambole quindi, tre principali tipologie.

La bambola-donna, bella e autrice di un’opera d’arte che è se stessa. Truccandosi indossa una maschera e si trasforma in una bambola desiderabile da un uomo, attratto dai ricci biondi, dalle labbra rosse, dagli occhi grandi e dalle guance incipriate. È così che si presentano in scena le tre interpreti Chiara Monteverde, Armida Pierotti e Susan Vettori, della DanceHaus Company. L’atmosfera è leggera e spensierata, però già si nota l’artificio delle maschere; la donna inizialmente le nasconde dietro la schiena, ma è pronta ad indossarle. La stessa donna, nascosta dietro quel volto artificioso, gioca a bambole con se stessa e torna ad essere bambina. La musica cambia, lascia spazio alle parole di Giovanni Pascoli, recitate dalla voce fuori campi di Valeria Magli: «Porta dove l’hai presa,/la tovaglia bianca, appena/ch’è terminata la cena!/Bada, che vengono i morti!». Il mondo infantile non è privo di inquietudini nascoste. I morti non fanno troppa paura ai tre ingenui personaggi. Ora sono bambine, indossano candidi e innocenti vestitini, ma sono in grado di formulare mentalmente i più terribili pensieri, espressi dalla poetica voce narrante. Giocano con una grande bambola che alla fine mettono a riposare, come se fosse morta o comunque incapace di mettersi a dormire da sola. Certe bambole invece sono in grado di muoversi autonomamente. Si tratta dei nudi fantocci che, se alle origini prendevano vita solo grazie a maghi, scienziati e burattinai, nella società computerizzata di oggi sono ben capaci di posizionare e direzionare i propri arti, camminare, agire. Tali androidi possono anche spaventare chi è abituato alle bambole di pezza, alle bambole di porcellana in carne ed ossa, ma non ancora ai pericolosi robot dell’era tecnologica, che tendono pian piano a sostituire la corporeità umana e, ancor peggio, a demolirne il pensiero.

Ma “Pupilla” è uno spettacolo al femminile. Si conclude con i passi di danza delle bambole-donne incontrate all’inizio. Un cerchio che si chiude, o che forse si apre, perché adesso le maschere giacciono a terra e le parrucche sono messe male, tanto da lasciar intravedere ciocche di capelli naturali. Una donna al naturale può non essere perfetta come una bambola, ma segue una strada più sana e più profondamente attraente, che va nel verso contrario rispetto all’anonimato.

Firenze – TEATRO CANTIERE FLORIDA, 12 maggio 2015.

Benedetta Colasanti

PUPILLA – Ideazione: Valera Magli; Interpreti: Chiara Monteverde, Armida Pieretti, Susan Vettori; Voce recitante: Valeria Magli; Musiche: Claude Debussy, Gabriel Fauré, Juan Hidalgo, Ethelbert Nevin, C. J. Orth; Editing e restauro musiche: AGON; Poesie: Hugo Ball, Milli Graffi, Letizia Paolozzi, Giovanni Pascoli, Gisèle Prassinos, Umberto Saba; Testi a cura di: Valeria Magli e Letizia Paolozzi; Aiuto regia: Dalila Sena; Luci: Michelangelo Campanale; Assistente coreografia: Maria Pia Tommaselli; Costumi (1983): Valeria Magli; Restauro costumi (2014): Elisa Scalvini; Maschere e manichino: Guerrino Lovato; Bambola: Brigitte Starczewski Deval; Foto: Alberto Calcinai; Produzione: ContART; Direzione artistica: Marinalle Guatterini; Organizzazione e comunicazione: Silvia Albanese.

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