Pacchiello come Riccardo III: fasti e rovina di un uomo deforme e senza scrupoli

Pacchiello, venditore ambulante di taralli caldi caldi e di guai neri neri, è un apologo cupo ed amaro che Roberto Ingenito ha tratto dal romanzo Mercanti di anime e di usura in cui l’autore Pasquale Ferro racconta i misfatti di un bieco usuraio pronto a sfruttare il bisogno altrui per accumulare enormi ricchezze.

Pacchiello, interpretato dal bravissimo Roberto Capasso, che firma anche la regia della pièce con la collaborazione di Roberto Ingenito e di Maria Chiaravalle, è un personaggio cinico e pragmatico, corroso da invidia e livore, ambizioso e senza scrupoli che, attraverso lo strozzinaggio, si arricchisce e raggiunge posizioni di rispetto e potere nel sinistro universo della malavita locale.

La deformità e la bruttezza di Pacchiello non sono solo caratteristiche estetiche del personaggio ma sono anche segni inequivocabili della sua turpitudine e fanno del cravattaro napoletano una rifrazione scenica del celebre Riccardo III di shakespeariana memoria.

Proprio come il protagonista del dramma del Bardo, Pacchiello è un gobbo malefico, dall’aspetto ripugnante, che reagisce al malessere provocatogli dalla sua condizione con la dichiarata e consapevole volontà di provocare dolore e sofferenza agli altri. Nella sua vita, non hanno alcun significato neppure i valori più naturali, quali l’amore e l’amicizia, anzi la possibilità di assoggettare e far soffrire chi ha manifestato una qualche forma di affetto nei suoi confronti, eccita la sua crudeltà e nutre il suo orrendo egocentrismo.

Eppure, proprio come il Duca di Gloucester, Pacchiello, al termine della sua parabola ascendente, è costretto a fare i conti con la solitudine, con la malattia e con il destino che gli si rivolta improvvisamente contro: il re dell’usura, l’uomo senza cuore e senza pietà, finisce i suoi giorni per strada, vestito di stracci, divorato dai pidocchi, trasformato fatalmente in un barbone paralitico che vende taralli caldi e che, memore del proprio glorioso passato, offre, delirante, il suo regno per un tarallo.

Teatro Sannazaro di Napoli, replica del 13.12.2023

 

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