Nonostante si viva in una società in cui un social network è diventato il modo preferito e più comune per comunicare, non era scontato aspettarsi un titolo originale come “Lei” di Spike Jonze.
Ambientato in un ipotetico imminente futuro, la storia raccontata vede protagonista Theodore, magistralmente interpretato da Joaquin Phoenix, un uomo che svolge un lavoro probabilmente necessario nei prossimi anni, ovvero quello di ghost writer di lettere cartacee destinate dunque a perfetti sconosciuti, minato dalla sofferenza per un divorzio non voluto e una certa solitudine complice all’alienazione umana vissuta in quel preciso periodo storico.
Le cose cambiano quando sul mercato arriva “OS1”, una forma di intelligenza artificiale capace di “esistere”, di crearsi una sorta di vita propria e di ammaliare dunque in qualche modo il solitario impiegato.
Incredibile come un film futuristico come “Lei” possa invece sembrare così attuale e così possibile: nel giro di pochi anni abbiamo conosciuto Facebook e Instagram passando per Skype ed MSN, l’evoluzione tecnologica ha portato molti cambiamenti nella nostra vita e non è assolutamente assurdo che una realtà come quella presentata dal libro possa tramutarsi in consuetudine appena tra qualche anno.
Punta molto sull’originalità il film di Jonze, curando fin nei minimi particolari l’identità di tutto ciò che è stato presentato, dalla moda alla realtà urbanistica, al modo di spostarsi delle persone, sempre indaffarate con qualche aggeggio tecnologico.
E’ però chiaramente la storia d’amore decisamente fuori dalle righe quella principalmente sotto i riflettori, una sorta di naturale evoluzione delle relazioni nate in chat, qui vissute con una seducente voce, di Micaela Ramazzotti nella versione nostrana e di Scarlett Johansson in quella originale.
Interessantissimo il risvolto psicologico su cui il film vuole lavorare, lanciando quindi anche un’invettiva verso il progresso tecnologico che, forse a passi troppo da gigante, sta lasciando preferire un poke inviato su un social network ad un drink in prima persona con gli amici di sempre.
Impossibile non chiedersi, dopo la visione, se quelle esatte dinamiche non possano realmente accadere “domani”, quando dagli smartphone passeremo ad un modo diverso di intendere le relazioni e la tecnologia.
Gaetano Cutri