“Le mie orecchie parlano”, un libro essenziale
Alessandro Coppola é un esempio di vita

 

Se nella maggior parte dei casi un essere umano passa attraverso il dolore durante una vita possibilmente lunga, Alessandro Coppola ha smentito le statistiche, e a soli 21 anni ne ha già viste tante, anzi troppe. Da bambino gli si diagnostica una sordità neurosensoriale medio-grave destra e profonda a sinistra, e da adolescente un colesteatoma che gli farà, progressivamente, perdere la vista. Colpi durissimi che Alessandro riesce a parare col sorriso, con un forte istinto alla progettualità, con un bellissimo aspetto che lo hanno portato a posare anche per copertine di prestigio, e soprattutto una bellissima famiglia che lo ha supportato sempre con amore ed energia.

Tutto questo è confluito in un libro che si avvale del contributo di Geolier e pubblicato da Graus edizioni, il cui titolo è tutto un programma “Le mie orecchie parlano”: sulla copertina sfoggia, assieme al suo coinvolgente sorriso, l’apparecchio acustico: “Sono una persona diversa, non un disabile – dichiara con impeto – e i modelli di bellezza non sono tutti uguali. Con i miei capelli sfibrati, con tutte le difficoltà che ho, voglio proporre nelle scuole, negli incontri con le istituzioni, con i lettori, la mia visione della vita. Non bisogna arrendersi, e tutto sommato mi sento un ragazzo fortunato. La malattia, il bullismo che ho subito, mi hanno insegnato a non essere superficiale, e a godermi ogni istante. Voglio realizzare i miei sogni, e cerco di guardare sempre il bicchiere mezzo pieno. Quando ad esempio, per aver reagito a una provocazione, fui mandato allo zoo per svolgere lavori socialmente utili, trasformai la punizione in un premio, scoprendo una realtà sorprendente, e il mondo degli animali”.

Un fisico invidiabile, frutto di anni di sport, come il volley e il basket, praticato per ben otto anni, una serie di viaggi all’estero che gli hanno aperto la mente (come a Londra, a 15 anni), ed ora un dialogo serrato con le istituzioni: “Con Luca Trapanese ed Alessandra Clemente – racconta – c’è un rapporto di stima e collaborazione. E la Regione Campania ha patrocinato il suo progetto SuperAbile, che mette al centro la sua storia, raccontata nel libro, a uso di studenti, atleti, detenuti, fondazioni e associazioni no profit”. Idee chiarissime, e una dedica speciale: “Ad Erica, mia sorella maggiore. Ha sofferto con me, come solo una sorella sa e può fare”.

E per un attimo, lo sguardo acceso si vena di commozione. Questo ragazzo è un esempio di vita, per tanti fortunatissimi che non sanno di esserlo. Lascerà il segno.

Antonio Mocciola

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