Salvo Gemmellaro, tra Paolo Poli e Franco Battiato
L’autore e regista siciliano si racconta “a cuore scalzo”

 

Nato nello stesso paese – di più, nello stesso quartiere, Scariceddu – di Franco Battiato, Salvo Gemmellaro ha lasciato Riposto probabilmente con lo stesso spirito che animò il suo illustre compaesano, 56 anni fa. Ma l’Isola pretende prima o poi il ritorno, come ebbe a dire lo stesso genio etneo quando, dopo un ventennio milanese, comprò casa a Milo, per restarci fino alla fine.

Chissà che non accada lo stesso anche a questo giovane e colto autore di stanza a Roma, il cui accento è una curiosa mescolanza tra la cadenza d’origine e quella acquisita: “La Capitale da’ delle opportunità che solo le grandi città europee possono dare – racconta – e la mia passione per il teatro ha radici antichissime. Ma prima o poi mi occuperò del caro Franco, con particolari che solo un ripostese come me e come lui può conoscere”.

Classe 1987, autore teatrale, regista, nonché acuto recensore per diverse riviste di spettacolo, Salvo ha trovato a Roma il suo approdo: “Ho studiato all’Accademia della Comunicazione e Spettacolo e ho scritto per il Giornale Universitario della Sapienza. Nel frattempo ho frequentato il corso di studi in Lettere Moderne e mi sono laureato in Filologia. Il teatro mi è, come dire, esploso tra le mani”.

Ed è qui che arriva lo spettacolo su Paolo Poli. Un grande successo, per uno spettacolo autentico e sincero, tappa importante per il percorso di Gemmellaro: “Al Teatro Flaiano ho scritto e diretto “Il genio esilarante”, una vera e propria prova del nove. Non un semplice omaggio, ma un “pastiche” con rimandi a canzoni popolari e citazioni mai fini a sé stesse. Sul palco ho potuto contare sul talento dell’attore Enrico Sortino e l’accompagnamento musicale di Cristiano Cosa, senza dimenticare le suggestive scenografie di Ugo Andrea Santangelo. Spero tanto che gli appassionati dell’artista fiorentino ne abbiano ritrovato aspetti cari e magari insoliti, ma ancor di più mi auguro di aver incuriosito, e magati appassionato, chi ne avesse avuto sempre un’idea vaga, o non lo conoscesse affatto”.

Diviso tra docenze e nuovi progetti, coinvolto e travolto dall’adrenalinico – ma anche sfibrante – caos della Capitale, questo serafico e poliedrico ragazzo siciliano dedica sempre un pensiero al suo amato Jonio: “Si resta siciliani per sempre, e il mare che abbiamo respirato da bambini lo custodiamo nel cuore, ovunque siamo”.

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