“L’aquila e la stella” di Luca O’Connor
L’amore al tempo delle leggi razziali

Ambientato in quello che – con ogni probabilità – è l’annus horribilis della storia italiana, il 1938, quello della promulgazione delle leggi razziali, “L’aquila e la stella” di Luca O’Connor (edizioni WE) è uno spaccato di vita che emoziona e turba.

Un giovane ebreo che vive nel nord Italia conosce tra i banchi di scuola un figlio di un generale della Gestapo, mentre le prime retate a caccia di ebrei cominciano a percuotere il paese sfinito da anni di dittatura fascista (che qualcuno, che certamente non c’era, ottusamente rimpiange, e spesso vota).

Con un linguaggio semplice e diretto, Luca O’Connor dispiega la sua storia affrontando con sicurezza gli snodi narrativi e accompagnando il lettore nei meandri della storia privata, inquinata inevitabilmente – come sempre, e soprattutto allora – da quella pubblica.

L’amore s’intreccia al dolore, il desiderio al sadismo, in un romanzo che sembra un film e che si legge – anzi, si vede – con estremo piacere e coinvolgimento. Sarebbe utile, per non dire necessario, che testi come questo entrino di diritto nella narrativa scolastica, sperando che gli adolescenti di oggi, storditi da TikTok e da un pericolosissimo revisionismo che, silenziosamente ma neanche troppo, pervade dai media a trazione destrorsa, siano ancora in grado di capire, e di emozionarsi.

Antonio Mocciola

Share the Post:

Leggi anche