Tradizione operistica occidentale e sonorità tipiche cinesi per un’opera che denuncia la condizione dei lavoratori dei ceti sociali più bassi.
Si è conclusa all’Opera di Firenze la tournée italiana de “Il ragazzo del risciò” (“Luotuo Xiangzi”), prima opera cinese approdata sui palcoscenici italiani. Commissionata dal China National Centre for the Performing Arts di Pechino al compositore Guo Wenjing, è stata eseguita in prima mondiale il 25 giugno dello scorso anno nell’ambito del 2014 NCPA World Opera Forum e, a seguito di un accordo internazionale, è giunta in Italia per un tour che ha coinvolto Torino, Milano, Parma, Genova e Firenze.
Il libretto, affidato a Xu Ying, è tratto dall’omonimo romanzo di Lao She (1899-1966), uno dei massimi rappresentanti della letteratura cinese moderna, ed è dominato dallo scontro tra la città del vizio e l’innocenza della campagna. Una storia di forte denuncia sociale che descrive le condizioni di vita durante il vecchio regime dei lavoratori dei ceti sociali più bassi e i loro fallimentari tentativi di riscatto dalla povertà. Ma che già preannuncia futuri cambiamenti. E non a caso la morte dello scrittore Lao She marca l’inizio della cosiddetta Rivoluzione culturale cinese. Un tema universale dunque, e sempre drammaticamente attuale. Al centro del dramma, ambientato nella Pechino degli inizi del Novecento, vi è l’accanirsi del destino su Xiangzi, un volenteroso quanto infaticabile ragazzo di un distretto rurale. Un sempliciotto in cerca di fortuna, che sogna di comprare un risciò, ma la cui buona volontà e il duro lavoro sono costretti a scontrarsi con la guerra, i rovesci della fortuna e una società governata dal denaro.
La musica di Guo Wenjing armonizza bene la tradizione operistica occidentale con le sonorità tipiche cinesi, ottenendo una costruzione di buon respiro lirico. Le citazioni da Wagner, Strauss, ma soprattutto da Puccini e dal verismo italiano, sono numerose, ma il belcanto è sapientemente adattato alle tecniche canore ed espressive della lingua cinese con risultati sorprendenti, soprattutto nel trattamento dei cori. Commovente, ad esempio, l’accorato intermezzo che preannuncia la conclusione dell’opera e che esprime sentimenti di rimpianto per una Pechino ormai perduta. E non può non venire alla mente il “Va pensiero” verdiano. Quella Pechino magnificamente restituita dalle scenografie di Yi Liming, impreziosite dalle luci di Wang Qi che contribuiscono a dare profondità agli edifici e nel contempo alonano la scena di poesia.
Firenze – OPERA DI FIRENZE, 4 dicembre 2015
Lorena Vallieri
IL RAGAZZO DEL RISCIÒ (Luotuo Xiangzi) – Opera in due atti. Libretto di Xu Ying dall’omonimo romanzo di Lao She. Musica di Guo Wenjing.
Direttore: Zhang Guoyong; regiaò e scenografia: Yi Liming; costumi: A Kuan; luci: Wang Qi; Orchestra e Coro China National Centre for the Performing Arts di Pechino; allestimento: China National Centre for the Performing Arts di Pechino. Prima rappresentazione assoluta: Pechino, National Centre for the Performing Arts, 25 giugno 2014.
Interpreti: Han Peng, Sun Xiuwei, Song Yuanming, Tian Haojiang, Sun Li, Liang Yufeng, Yang Guangmeng, Liu Yang, Chen Ran, Yang Shuai, Wang Zhihua, Wang Rongrong, Chen Shoukui, Xu Da.