Ha un sottotitolo che dice tutto, “Letti disfatti”: “Un amore diverso tra rabbia, dolore e poesia”. Tornato in scena al Teatro Arcas, lo spettacolo scritto a sei mani da Angela Matassa, Daniela Cenciotti e Fabio Brescia inchioda lo spettatore a una realtà che troppe volte – come avverte anche il testo – si finge di non vedere: la malattia e il suo doloroso, spesso sconcio, decorso. Una donna, un adolescente e un uomo si trovano avvolti nello stesso lutto, la perdita del loro amore. Lei (Daniela Cenciotti) è l’ex moglie, lui (Fabio Brescia) è l’ultimo compagno, il ragazzo (Riccardo Torrente) è il figlio della coppia, scoppiata alla dichiarazione di seriopositività dell’uomo defunto. La resa dei conti tra i due adulti è un vulcano troppo tempo inesploso, che lascia ferite ma apre a ragionevoli accordi, nel nome del ricordo. Il duello, verbale e attoriale, tra Brescia e Cenciotti (nella foto, di Paola Esposito), è di incandescente intensità, mentre la muta catatonìa del ragazzo è ben resa dal giovanissimo Torrente. Gli attori ricamano il bel testo rimanendo negli argini della vicenda, ma lasciando intuire ulteriori spunti da approfondire, data l’attualità del tema, sul quale spesso calano colpevoli silenzi mediatici. E se Brescia conferma sempre di più il suo elegante coté drammatico, specie nella rabbia implosa, la Cenciotti sfoggia una serie di colori che soprattutto nei silenzi esprimono mille parole. Le dolenti poetiche note di Ivano Fossati danno respiro agli attori, e lo tolgono agli spettatori, preciso suggello di uno spettacolo cui è difficile restare indifferenti.
Antonio Mocciola