Gregorio Del Prete, colonnello russo alle prese con la guerra
“In “Dispacci da Mosca” reciterò il contrario di quel che sono”

Gregorio Del Prete sarà tra i protagonisti di uno spettacolo attesissimo che lo vedrà alle prese con un personaggio a due facce, più che mai stimolante per l’attore reduce dai successi di “Occidente”, premiato al Napoli Cultural Classic. Lo abbiamo incontrato prima delle prove del nuovo spettacolo.

“Dispacci da Mosca”, in scena a dicembre al Tram, è un testo di Antonio Mocciola destinato a far discutere, si parte dall’invasione della Russia all’Ucraina, ma in realtà il “focus” è l’abuso, il sopruso, il ricatto e il commercio volgare di carne umana. Uno spettacolo politico e intimo allo stesso tempo.

Il tuo personaggio, che l’autore ha disegnato apposta per te, è un colonnello spietato, arrogante, severo, ma con una doppia vita che – come spesso accade – è totalmente contraddittoria. Che tipo di emozioni ti accompagnano prima di interpretarlo?

Far vivere questo personaggio non è cosa scontata come del resto un pò tutti quelli che nascono dalla penna del nostro autore Antonio Mocciola. Raccontare la contraddizione di questo Colonnello sarà far vivere la sua crudeltà, senso cinico e spietatezza che sono così lontani dal mio essere.
Lo studio e la costruzione di un personaggio è un processo che si accosta molto a quello dell’artigiano che con gli strumenti che ha a disposizione lo modella, lo definisce dandogli vita. Ecco, gli strumenti di un attore sono le tecniche, ma anche processi interiori che filtrano ulteriormente questa creazione, restituendo un qualcosa che si anima in sé stessi ogni volta che si è in scena e quindi tutti vicini alla propria sensibilità.

Il corpo, fondamentale nella tipica narrazione dell’autore, è qui esposto quasi come agnello sacrificale sull’altare (in questo caso della patria). Hai delle scene di grande pathos in cui reciti completamente nudo. Cosa ti spinge ad affrontare questa sfida, in cui l’intenzione, il gesto, acquisisce una fragilità, un’emotività più viva, più cruda? Come la vivi?

Avendo già affrontato una sfida del genere in scena con un personaggio che si prestava a questo tipo di intenzione e fragilità in “Occidente” di Antonio Mocciola ho abbattuto ogni barriera superando l’aspetto fisico che passa in secondo piano quando si raccontano sensazioni, emozioni e brutalità. Sarà un lavoro molto intenso e faticoso che che mi porterò dietro per un pò, come mi accade spesso dopo aver dato vita ad un personaggio, dovuto dal fatto che vivo pienamente le emozioni sia nella fase di costruzione che di restituzione di un personaggio in scena.

In questo spettacolo ritrovi Giuseppe Cerrone, che ti ha diretto in un corto teatrale scritto dallo stesso Mocciola, “Occidente”, che ti ha dato grandi soddisfazioni. Come è nato questo sodalizio?

 Tutto nasce da una chiamata di Antonio Mocciola con il quale ci rincorrevamo da tempo e da lì l’incontro con il regista Giuseppe Cerrone e questo sodalizio che ci ha restituito belle soddisfazioni, anche per il fatto di essere risultati come miglior corto teatrale al Napoli Cultural Classic e tra i cinque migliori attori della rassegna “I Corti della Formica” di Gianmarco Cesaro con “Occidente” che ci ha reso felici tutti. Devo molto al regista Giuseppe Cerrone che mi ha dato tanti input e consigli preziosi affrontando questo percorso in maniera molto serena e collaborativa e devo molto anche all’autore Antonio Mocciola che mi ha dato fiducia anche per questo nuovo progetto trovandomi subito pronto per la sua scrittura sempre molto intensa ed appassionante.

Nel contesto del tuo percorso artistico, come si pone questo spettacolo, così diverso dal consueto?

 Ho sempre vissuto a 360 gradi questo mondo senza precludermi la diversità sia nella formazione che nella messa in scena in modo da avere quanti più strumenti possibili a disposizione per una sempre migliore resa sul palco. Vengo dal mondo del Musical come attore/cantante dopo essermi diplomato presso un’accademia, ma sono stato anche allievo di teatro del Tram dove andremo in scena, così come ho studiato con Antonio Milo recitazione con metodo Strasberg oppure laboratori con Francesco Saponaro con metodi ancora diversi, studi rivolti alla camera da presa e così via anche per spettacoli di diversa natura come musical diretti da Claudio Insegno o in compagnia con Fabio Brescia con commedie di Scarpetta o spettacoli su suggestioni musicali ecc. Tutto questo per dire che anche questo spettacolo si incastonerà e mi arricchirà come tutti gli altri nel bagaglio delle mie esperienze.

A parte “Dispacci da Mosca” che progetti hai per la prossima stagione?

Riprenderò dei progetti lasciati in sospeso tra i quali musical o prettamente musicali, alcuni dei quali già realizzati come, tra gli altri, il gran successo della Via Crucis Opera Musical andata in scena al Politeama di Napoli, dove raccontiamo la Via Crucis dell’Uomo e portare avanti spettacoli in essere con riprese e repliche, fino ad aprire quel cassetto segreto di altri in fase di realizzazione per dargli vita, work in progress…

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