Al Teatro Le Laudi Anna Collazzo nei panni della storica protagonista dell’opera di Augusto Novelli.
Un ritratto di donna determinata e capricciosa, un confronto ancora attualissimo tra l’ingenua impulsività di una giovincella e la strategica macchinazione di una signora matura. Augusto Novelli scrive “Gallina vecchia” nel 1911, eppure il personaggio di Nunziata appare di una modernità incredibile. Il classico fiorentino viene riproposto in scena al Teatro Le Laudi da Paolo Biribò e Marco Toloni con una sprezzante, cinica e autoritaria Anna Collazzo nei panni della protagonista. Un’interpretazione completa, che passa dall’atteggiamento deciso, dispotico e pieno di sé al ridicolo corteggiamento pseudo-adolescenziale, fino al disperato capovolgimento in cui la donna è costretta ad abbassare il capo e diventare docile come un agnellino.
Finalmente libera, a causa della vedovanza, da un matrimonio senza amore Nunziata è ancora piena di vita, volubile e civetta nonostante la sua età avanzata. Non ha nessuna voglia di impegnarsi di nuovo, non subito almeno, anche se da molti anni porta avanti una relazione con il suo amministratore di bottega, il quale ora spera ingenuamente di poterla avere tutta per sé. Intanto, fuori dalle sue mura domestiche, la società non è disposta ad accettare questa sua leggerezza, soprattutto quando cerca di circuire un giovane già impegnato. E’ proprio la fidanzata di quest’ultimo, Gina, a contrapporsi notevolmente alla figura di Nunziata per la sua genuina bontà, ma anche per la sua incosciente irruenza. Una commedia di altri tempi, in cui anche la gelosia e il tradimento vengono trattati con quella nota di spensieratezza e sentimentalismo che ricorda le pochades francesi della Belle Époque da cui sicuramente Novelli fu influenzato. “Gallina vecchia” risulta essere un testo licenzioso, in cui una donna smaniosa vuole saziare i suoi lussuriosi appetiti con un uomo molto più giovane di lei, senza alcuna pretesa di sposarlo. Una donna terribile, che torna sui suoi passi solo dopo essere stata beffeggiata e calunniata da tutto il paese. A quel punto comprende che per fermare le chiacchiere è necessario sposare il vecchio amante: bastano due moine, qualche smanceria, e l’uomo è nuovamente “fritto”.
Efficace la regia di Biribò e Toloni che lavora sulle diverse sfumature dei personaggi: se il carattere libertino di Nunziata è subito evidente nel confronto con il suo amante “storico” Bista (Fulvio Ferrati) e nella leziosaggine assunta con il giovane Ugo (Francesco Argirò), quest’ultimo si rivela solo successivamente ”doppiogiochista” poiché l’amore per Gina (Vittoria Sammuri) non gli impedisce di accogliere la seduzione dell’anziana pur di ottenere i dovuti benefici; il ragazzo sarebbe addirittura disposto alle nozze e si indigna quando capisce che la signora vuole solo “divertirsi” un po’. Sono i due innamorati, dai sentimenti sinceri e leali, a impedire che il complotto di Nunziata e Ugo vada a termine e sono ancora loro ad accettare il compromesso quando decidono di riprendersi il proprio amore nonostante tutto. Imperante all’angolo dello sfondo il ritratto del marito defunto di Nunziata, l’attore Goberto Teghini che con la sua mimica commenta e apostrofa gli avvenimenti; un ruolo simile è assegnato anche alle musiche originali di Tommaso Hagge. Completano il cast Enrico Dabizzi, Anna Umberti e Cristina Valentini.
Firenze – TEATRO LE LAUDI, 7 marzo 2015
Mariagiovanna Grifi
GALLINA VECCHIA – Regia: Paolo Biribò, Marco Toloni; Autore: Augusto Novelli; Luci: Lorenzo Castagnoli; Costumi: Antonio Musa; Musiche originali: Tommaso Hagge. Interpreti: Anna Collazzo, Francesco Argirò, Enrico Dabizzi, Fulvio Ferrati, Vittoria Sammuri, Goberto Teghini, Anna Umberti, Cristina Valentini.