Francesco Petrillo, soldato kazako in “Dispacci da Mosca”
“Il mio Asel, feroce, ambizioso, bruciato dalla fame e dalla rabbia”

“Dispacci da Mosca”, in scena a dicembre al Tram, è un testo di Antonio Mocciola destinato a far discutere, si parte dall’invasione della Russia all’Ucraina, ma in realtà il “focus” è l’abuso, il sopruso, il ricatto e il commercio volgare di carne umana. Uno spettacolo politico e intimo allo stesso tempo. Ce ne parla uno dei protagonisti, Francesco Petrillo.

Il tuo personaggio, Asel Barat, che l’autore ha disegnato apposta per te, è un ragazzo feroce, ladruncolo ambizioso, affamato, un immigrato kazako che pur di farsi accettare dal paese che lo ha accolto, la Russia, diventa più nazionalista dei russi doc. Che tipo di emozioni ti accompagnano prima di interpretarlo?

La curiosità è il sentimento che prima di tutto mi spinge ad accettare un lavoro , il poter dare una tridimensionalità al personaggio, il lavoro sul corpo sulla postura sulla voce, mi piace perché il mio soldato kazako è un mosaico di caratteristiche, non vedo l’ora di poter dare voce ed anima ad un personaggio così ambiguo e pronto a tutto pur di ottenere il suo scopo

Il corpo, fondamentale nella tipica narrazione dell’autore, è qui esposto quasi come agnello sacrificale sull’altare (in questo caso della patria). Hai delle scene di grande pathos in cui reciti completamente nudo, come del resto già è accaduto in “Occhi delinquenti”. Cosa ti spinge ad affrontare questa sfida, in cui l’intenzione, il gesto, acquisisce una fragilità, un’emotività più viva, più cruda? Come la vivi?

Avendo già sperimentato una volta questo tipo di scene , le affronto  con una maggiore tranquillità, anche perché sono consapevole del fatto che sono necessarie per fare comprendere meglio ciò che viene trattato e soprattutto ,come già è successo in occhi delinquenti, essendo nudo in scena hai un attenzione maggiore e una forza d’animo maggiore, hai la possibilità di sfruttare tutto il tuo corpo per entrare nelle corde del personaggio che interpreti.

 Nel contesto del tuo percorso artistico, come si pone questo spettacolo, così diverso dal consueto?

Provenendo da un tipo di teatro comico-umoristico ovviamente lo affronto con curiosità e con una grande voglia di mettermi in gioco in un ruolo e in un contesto così diverso. Inoltre sapere che il personaggio è stato scritto su di me  mi responsabilizza ancora di più. Credo che un attore nel momento in cui accetta di prendere parte a un nuovo progetto deve proteggere e amare il suo personaggio 

A parte “Dispacci da Mosca” che progetti hai per la prossima stagione?

I miei prossimi progetti teatrali sono legati al Teatro ZTN diretto da Maurizio Capuano, dove io, Giuseppe Brandi, Emanuele Di Simone e Sissy Brandi lavoriamo stabilmente . Stiamo cercando con grande fatica di far crescere il nostro piccolo spazio sfruttando tutte le capacità, le esperienze e la forza che ogni singolo membro della nostra compagnia possiede.

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