“Finale di partita” e la stridente tranquillità di Beckett

finale-di-partita-ag-cubo_GCF5908-1Il regista Lluìs Pasqual ha proposto quest’anno al Napoli Teatro Festival Italia una nuova messa in scena di Finale di Partita di Samuel Beckett, mostrando al pubblico napoletano un esperimento scenico nel quale si tenta una sintesi tra l’essenzialità astratta ed assurda del testo inglese e la forte presenza fisica della recitazione napoletana. Pasqual ha, infatti, scelto e utilizzato attori quali Lello Arena, Stefano Miglio, Angela Pagano e Gigi de Luca per dare corpo, nel senso letterale del termine, alla dimensione metafisica e sfuggente del testo di Beckett.

unnamed-430Questa prospettiva scenica ha offerto certamente un punto di vista nuovo ed interessante alla tradizione registica ed attorica con cui si è affrontata negli anni la drammaturgia del grande drammaturgo irlandese, che aveva scritto il suo testo dapprima in francese e poi in inglese. Ma ha presentato anche tutta una serie di criticità legate all’interpretazione da dare alla storia, ai personaggi e, in ultima istanza, alla scrittura scenica. Pasqual parte da uno stereotipo legato alla napoletanità, quello di una condizione sofferente ed assurda di vita alla quale si ha la capacità di contrappone, con grande forza, ironia e voglia di sopravvivenza. Condizione che storicamente presenta un corpo, una certa marcata fisicità e soprattutto delle relazioni ben definite tra i personaggi.

Questo schema sembra, tuttavia, entrare in difficoltà nel trasferimento in un contesto universale, quale quello di Beckett, caratterizzato da fatali ambiguità e totali incertezze. I personaggi non possono avere un corpo perché questo definirebbe una certa identità a partite da una certa consistenza fisica. E questo a sua volta definirebbe delle relazioni abbastanza chiare. La metafisica teatrale di Beckett immagina una incertezza totale nella quale, ad esempio, il rapporto servo-padrone tra Hamm e Clov, dovrebbe rimanere sfumato e paradossale. L’incertezza che dovrebbe scatenarsi tra i personaggi sembra invece scemare nella versione di Pasqual e non sembra assolutamente essere stata avvertita da un pubblico tranquillo, un poco divertito ed alla fine moderatamente soddisfatto di non essere davvero entrato nella tragedia della vita che Beckett ha costantemente descritto nelle sue opere teatrale. Una tranquillità troppo stridente.

Roberto D’Avascio

FINALE DI PARTITA di SAMUEL BECKETT (© EDITIONS DE MINUIT – PARIS)
TRADUZIONE CARLO FRUTTERO
REGIA LLUÍS PASQUAL
CON LELLO ARENA, GIGI DE LUCA, STEFANO MIGLIO, ANGELA PAGANO
SCENE E COSTUMI FREDERIC AMAT
COPRODUZIONE FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL– NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA, TEATRO STABILE DI NAPOLI

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