Emanuele Balia: “Musica e informatica, il ponte tra le arti”

Se parlando di musica sarda pensate, istintivamente, al folk, ebbene sappiate che esiste una scena artistica totalmente differente. Uno dei più giovani e interessanti esponenti è Emanuele Balìa, trentaduenne nuorese, che ha al suo attivo due pubblicazioni molto originali.

I miei due lavori, entrambi pubblicati da Supranu Records  – racconta – “ECCOsystem exploring playlist”, risalente al 2021, e “Fake music”, dello scorso anno, esplorano l’arte generativa, caratterizzata da algoritmi creativi che producono musica. Da programmatore quale sono, ho creato due strumenti software per ognuno di questi album. Il nome con cui li ho pubblicati é Lcc01234art”.

Laureato al Conservatorio di Cagliari con tesi in musica elettronica, Emanuele ha creato un ponte tra arte digitale e virtualizzazione, generando una vera e propria estetica.

“L’idea è che queste musiche suonino anche da sole, che abbiano una vita propria – spiega – ed è per questo che insegno alla macchina ad essere autonoma nel creare musica. Ho una grande fame di scoperta e volontà di conoscere quello che non so. Ma non è musica algida, anzi: la mia ambizione è dare un’anima agli strumenti software. Mi considero un co-pilota, ci condividiamo”.

Ascoltabili su Spotify e su tutte le piattaforme digitali, i due progetti nascono da lontano, e da fonti inaspettate. “Mi sono formato con la musica punk, raggae, funky, blues – ricorda – e soprattutto la country. Di origine sono un chitarrista. Poi ho scoperto l’informatica, ed è stato colpo di fulmine. Mi appartiene pienamente. Unirla con l’arte è stata la mia ricetta. Poi, il passaggio da amatoriale a professionista è arrivato quando mi sono appassionato al suono, alla sua fisica, come sound-designer. L’informatica entra negli atomi del suono, ed è possibile costruire software che creino musica”.

Le ispirazioni sono tante: “In Italia – precisa – Lorenzo Senni è il più conosciuto, ma mi riconosco soprattutto in Autechre”.

Il tipo di pubblico per questo genere di proposta musicale è assai vario: “E’ gente curiosa, che non si accontenta del “piatto pronto” – spiega Emanuele – e vuole esplorare nuovi orizzonti. E’ una musica molto inclusiva, si lascia conoscere ed io ho un approccio decisamente formativo. Amo manipolare la materia sonora e darle un’identità”.

E a proposito di futuro, le prossime sfide sono intriganti: “La mia attenzione ora è verso il 3D, voglio visualizzare tutti questi concetti, esplorare la fisica della natura, vedere quel che accade”.

Di Emanuele Balia sentiremo parlare. La Sardegna che non ti aspetti ha ancora tante pagine da esplorare.

Antonio Mocciola

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