Cristina Donadio, Vincenza Modica ed Enza Di Blasio nella luce gnostica e onirica delle Co’stell’azioni di Enzo Moscato

Esperienza del limite, perlustrazione della periferia del senso, infrazione del margine semantico: l’evocativa messinscena di Co’stell’azioni, realizzata da Cristina Donadio con Vincenza Modica ed Enza Di Blasio, rivendica, in questo preciso momento storico, tutta la sua difforme e perturbante potenzialità gnostica, quasi misterica, in grado di operare un processo di illuminazione riservato a un pubblico di spettatori “eletti”, “iniziati”, coinvolti nella conoscenza.

Il progetto poetico e drammaturgico, irregolare fin dalla scelta onomastica, segue il flusso onirico e suggestivo del canto dell’autore, Enzo Moscato, che ne è stato anche primo interprete a metà anni ‘90, ed è canto in cui si intrecciano molteplici registri linguistici e molteplici tensioni dell’anima: l’afflato del poeta e la speculazione del filosofo, la tempra dello storico e il gesto dell’uomo di teatro; il canto che riverbera in quest’opera di Moscato è un canto che sonda l’ignoto attraverso l’esercizio del gremito, che prova a penetrare la soglia tra al di qua e al di là ricorrendo a una lingua visionaria, a tratti divinatoria, ricca di chiaroscuri, meravigliosamente aperta a prospettive inedite, prospettive permeate d’ardore e terrore, di sangue e di vita, d’amore e di morte.

Sulla scena, le tre bravissime interpreti sembrano essere in prova: provano, infatti,  guidate dall’immaginifica parola del Maestro, da poco scomparso, a compiere il gesto baudelairiano che più si addice all’artista, cioè scendere nell’abisso dell’ignoto per trovare una nuova verità, un significato che redima tutti e che a tutti dia una seconda possibilità, un significato che riscatti questa umanità dalla perdita progressiva di memoria, dall’abbrutimento del progresso e dalla macabra forca su cui il boia imperterrito impicca, ogni giorno, i nostri sogni, i nostri destini e i nostri ideali più preziosi.

 

Sala Assoli di Napoli, replica del 19.01.2024

© Pino Miraglia Photographer

 

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