
Il tuo personaggio, che l’autore ha disegnato apposta per te, è un ragazzo ucraino che incarna il ruolo di vittima e carnefice allo stesso tempo. Che tipo di emozioni ti accompagnano prima di interpretarlo?
Il corpo, fondamentale nella tipica narrazione dell’autore, è qui esposto quasi come agnello sacrificale sull’altare (in questo caso della patria). Hai delle scene di grande pathos in cui reciti completamente nudo. Cosa ti spinge ad affrontare questa sfida, in cui l’intenzione, il gesto, acquisisce una fragilità, un’emotività più viva, più cruda? Come la vivi?
Paradossalmente recitare nudo a dispetto di quello che si possa pensare, non mi fa’sentire assolutamente in imbarazzo, anzi … sarà forse che sono troppo egocentrico, e non vedo l’ora di farlo per la prima volta. Certo giocherò molto con il mio corpo nello spettacolo, e sarà proprio quella la sfida più grande da affrontare, ma con la mia determinazione credo proprio che me la caverò
Nel contesto del tuo percorso artistico, come si pone questo spettacolo, così diverso dal consueto?
Potrei dire che quasi quasi era quello che stavo aspettando, nel senso che finalmente posso far vedere che so’ recitare ed essere un attore completo, in modo da togliermi l etichetta da dosso di solo cabarettista e mettere finalmente la scritta ATTORE.
A parte “Dispacci da Mosca” che progetti hai per la prossima stagione?