Armando Aubry, la versione ucraina di “Dispacci da Mosca”
“La mia seconda vita da attore parte da qui”

“Dispacci da Mosca”, in scena a dicembre al Tram, è un testo di Antonio Mocciola per la regia di Giuseppe Cerrone, destinato a far discutere; si parte dall’invasione della Russia all’Ucraina, ma in realtà il “focus” è l’abuso, il sopruso, il ricatto e il commercio volgare di carne umana. Uno spettacolo politico e intimo allo stesso tempo. Abbiamo incontrato uno degli attori, Armando Aubry.

Il tuo personaggio, che l’autore ha disegnato apposta per te, è un ragazzo ucraino che incarna il ruolo di vittima e carnefice allo stesso tempo. Che tipo di emozioni ti accompagnano prima di interpretarlo?

Rispondo in modo personale senza entrare nel personaggio, cioè il dietro le quinte.
Le emozioni sono tante, in primis l’ ansia, l’ ansia di sbagliare, l’ ansia di non far ben anche avendo provato tanto.
In secundis adrenalina e sfida, adrenalina perché comunque salire sul palco me ne da’ tanta, sfida perché il personaggio che devo interpretare è una prima volta avendo fatto sempre spettacoli di cabaret e commedie, ed ho accettato proprio questo ruolo insolito perché mi piacciono le sfide e mettermi sempre in gioco, nonché cercare sempre nuovi stimoli

Il corpo, fondamentale nella tipica narrazione dell’autore, è qui esposto quasi come agnello sacrificale sull’altare (in questo caso della patria). Hai delle scene di grande pathos in cui reciti completamente nudo. Cosa ti spinge ad affrontare questa sfida, in cui l’intenzione, il gesto, acquisisce una fragilità, un’emotività più viva, più cruda? Come la vivi?

Paradossalmente recitare nudo a dispetto di quello che si possa pensare, non mi fa’sentire assolutamente in imbarazzo, anzi … sarà forse che sono troppo egocentrico, e non vedo l’ora di farlo per la prima volta. Certo giocherò molto con il mio corpo nello spettacolo, e sarà proprio quella la sfida più grande da affrontare, ma con la mia determinazione credo proprio che me la caverò

Nel contesto del tuo percorso artistico, come si pone questo spettacolo, così diverso dal consueto?

Potrei dire che quasi quasi era quello che stavo aspettando, nel senso che finalmente posso far vedere che so’ recitare ed essere un attore completo, in modo da togliermi l etichetta da dosso di solo cabarettista e mettere finalmente la scritta ATTORE.

 A parte “Dispacci da Mosca” che progetti hai per la prossima stagione?

Questa sarebbe una domanda da fare a Mocciola, perché mi sono completamente affidato a lui, che mi ha trasmesso quella serietà artistica che cercavo da tempo; per ora posso dirvi che ci sono già altri progetti in cantiere, ma li scoprirete pian piano…
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