“Adàm”, un uomo solo, fragile e forte
Per Vincenzo Coppola il Re é nudo

Adàm è un uomo solo, è una creatura che si trova in un ambiente sconosciuto, circondato da quello che sembra un giardino.
La gestazione non avviene in maniera naturale, lui appare, l’embrione è coperto di soli veli, ma nasce già come uomo adulto.
Riconosce il suo viso, i suoi componenti, le sue mani, acquisisce la parola, anche se in realtà non può parlare quasi con nessuno.
Inizia, nonostante ciò, a dettare delle regole per vivere allegramente con gli animali che trova nel giardino, ma che forse non gli danno così tanto ascolto.
Eppure dovrebbero, visto che è lui a comandare, lui dovrebbe essere l’emblema della perfezione, è Dio stesso che glielo dice.
Il suo unico dialogo sembra essere quello con il suo padre celeste, un essere impalpabile ma che lo convince di essere l’eletto.
Questa convinzione un po’ vacilla mentre parla con il serpente, qualcosa di più di un animale, quasi un essere onnisciente.
La solitudine di Adàm lo porta a richiedere a gran voce una presenza simile a lui, così come accade per tutti gli altri essere viventi del giardino.
Ecco allora che arriva Eva, finalmente una gioia, ma chissà se le cose andranno fino in fondo come l’unico uomo della Terra desidera?
Vincenzo Coppola è l’unico attore in scena per “Adàm” nato da un’idea di Roberto Schena e Antonio Mocciola, autori con lui del testo con la consulenza del teologo Maurizio Biancotti, presso il Theatre de Poche di Napoli.
Non proprio un monologo quello presentato, quanto invece un lavoro con più personaggi, pur avendo un solo personaggio fisico.
Eva è una presenza lontana, invisibile, così come Dio, interlocutore con soli tonati effetti sonori che ne accertano l’esistenza.
Come una antitesi che appare c’è però il serpente, che lo stesso Coppola interpreta tramite segni luminosi sul corpo che appaiono tramite luci ad ultravioletti.
La scena presenta una seduta e una serie infinita di veli, per testimoniare il candore di quello che dovrebbe essere il paradiso terrestre.
Bravissimo Vincenzo Coppola che interpreta Adamo dalla sua nascita fino ad una imprevedibile coscienza di sé, dell’essere umano e del suo ideale creatore.
Tenero e indifeso in alcune scene, tonante e fortissimo in altre, con il coraggio di recitare integralmente nudo per buona parte dell’opera.
La regia permette con un gioco di luce ad ultravioletti di passare da Adàm a serpente con un sorprendente gioco visivo.
Un po’ brusco il cambio di rotta tra una vita placida nel paradiso terrestre e poi una scatenata sfuriata contro ciò che dovrebbe essere il ruolo di un essere fatto ad immagine e somiglianza di Dio.
Questo pone i riflettori su tante tematiche molto forti e importanti, dalla religione in generale allo sfruttamento dell’immagine sacra per compiere atti terribili.
Ma anche temi come la consapevolezza di sé, del senso di responsabilità, del rapporto con gli altri e il confronto.
Tanta carne al fuoco in un’ora di spettacolo dalla matrice onirica ma che invece tocca temi più che fisici e di grande impatto.

Gaetano Cutri

(foto di Luca Petrucci)

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