40 minuti di Soggezione

Sono 40 i minuti di spettacolo dedicati a mettere in scena “La soggezione”, testo di Antonio Mocciola e regia di Giuseppe Fiscariello. La Soggezione è citata anche in diritto, come “quella situazione giuridica soggettiva del soggetto di diritto che, pur non essendo gravato dal dovere di tenere un certo comportamento, deve tuttavia subire gli effetti giuridici dell’esercizio del potere altrui“.

In questo caso, la maestria della penna di Mocciola è riuscita a trasmettere allo spettatore quel sentimento di impotenza misto a timidezza che il giovane nuotatore (Renato Fontanarosa) prova nei confronti del suo Mister (Giuseppe Caroselle) . Un rapporto ambiguo dove a tessere la tela è l’assenza del padre, ex nuotatore, amico del Mister, che però continua ad essere presente nelle vite di entrambi. Oserei definirlo un “rapporto nel rapporto“, dove entrambi i protagonisti si legano uno all’altro per compensare quella mancanza, che continua a provocare turbamenti e rimpianti, rabbia e delusione. E allora così ritroviamo il giovane, denudato della sua emotività e del suo imbarazzo, a dover subire gli atti del Mister, misti di frustrazione e desiderio.

Il plauso va sicuramente al testo di Antonio Mocciola, che affronta in punta di piedi una tematica così delicata e, forse, anche poco trattata sui palchi teatrali. Un testo non scontato, mai volgare, attento a mettere in scena le emozioni e a far riflettere su situazioni che fanno parte della quotidianità ma che spesso sottovalutiamo o ignoriamo. E tutto in soli 40 minuti!

Roma, teatro Elettra, 03/04/2022

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