Io e Baudelaire: tra i versi del poeta maledetto, le malinconiche parole della nostra angoscia.

Raffinatissima e originale indagine sul potenziale evocativo della parola poetica baudelairiana, livida e splenetica, Io e Baudelaire, messo in scena dalla compagnia Biancofango, con la superlativa interpretazione di Andrea Trapani che firma, insieme a Francesca Macrì, anche la drammaturgia, la traduzione dei testi dal francese e la regia dello spettacolo, è il primo step di una trilogia dedicata ai poeti maledetti e, come si legge nelle note di regia, è un richiamo, un’invocazione alla poesia, la direzione di un ritorno. È un dialogo con se stessi, è la ricerca delle parole, è stare sulle parole e accettare che siano importanti.

Il percorso tracciato dallo spettacolo attraverso la suggestiva evocazione dell’opera di Baudelaire, prova ad abbracciare non solo l’immaginario legato al celebre autore de Les Fleurs du Mal, ma anche il grumo, emotivamente incandescente, di sentimenti, pulsioni, stati d’animo e dinamiche psichiche che la società contemporanea ha ereditato, nella solitudine delle proprie abitudini, dai profetici versi del poeta. D’altronde, Baudelaire, primo tra tutti, ci ha restituito la storia di un uomo senza vie d’uscita: in questa prospettiva, Andrea Trapani contamina i componimenti di Baudelaire ora con citazioni e frammenti tratti dalla controversa biografia dello stesso poeta, ora con la musica classica e la musica pop, ora con intensi, sofferti e sferzanti riferimenti autobiografici, ora con iconici riferimenti a Nanni Moretti e Freddy Mercury.

A partire dal presupposto che alcuni stati d’animo, in primis la paura, rendono tutti gli esseri viventi ugualmente soli e ugualmente vigliacchi, specialmente se la paura è quella primigenia della morte, e a partire dai medesimi versi del celebre simbolista francese che affrontò in maniera inedita e potentissima il mal di vivere, esprimendo peraltro in maniera compiuta il senso d’oppressione che invade l’individuo allorché viene devastato e sopraffatto dall’angoscia e dall’inquietudine, il progetto drammaturgico prodotto da Fattore K e messo in scena dalla Compagnia Biancofango eleva la sensibilità di Baudelaire a segreto paradigma di un sentire universale, non senza una opportuna e giusta dose di intelligente autoironia, spingendosi al di là di ogni retorica e ogni mistificazione intellettuale con cui l’uomo del XXI secolo esibisce un millantato dominio razionale sulla vulnerabilità della propria esistenza e sulla fragilità della propria dimensione interiore.

Replica vista il 10.11.2022, Teatro Galleria Toledo, Napoli

 

 

 

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