A Fiesole le avventure di “Moby Dick” riprendono vita grazie alla bravura di Roberto Abbiati.
Meno di venti minuti, tanto dura “Una tazza di mare in tempesta”, la performance/istallazione di Roberto Abbiati che ha chiuso la seconda edizione del festival “Alchimie. Incontri teatrali d’estate fiesolana”. Meno di venti minuti in cui c’è tutto ciò che serve. C’è tutto “Moby Dick”, il celebre romanzo d’avventura di Herman Melville. C’è tutto il mare, anzi, quell’Oceano Pacifico in cui la nave Pequod va incontro al suo destino. Poi c’è tutta la bravura di un attore che riesce a dissolvere il tempo e lo spazio e dare nuova vita alle vicende narrate. Infine, c’è tutta la forza evocativa del teatro, grazie alla quale pochi oggetti diventano grandi cose.
Ogni replica è pensata per non più di venti spettatori. Veniamo fatti riunire in una sorta di anticamera, in penombra. Prima di iniziare Abbiati chiede di rispettare un silenzio assoluto. Quello stesso silenzio che accompagna i marinai durante le lunghe navigate. Un silenzio che è solitudine, ma anche sintonia con l’immensa massa d’acqua che li circonda. Veniamo poi fatti accomodare su scomodi sgabelli in una piccola cabina di legno, di 4 metri x 2,70, alta non più di due metri e mezzo. È la stiva della baleniera, e noi siamo parte dell’equipaggio, con cui condividiamo la scomodità e la claustrofobia degli spazi. Non siamo più semplici spettatori voyeuristi, ma parte della vicenda narrata, siamo coprotagonisti di ciò che sta per avvenire sotto i nostri occhi. Intanto, intorno a noi, ancora buio e silenzio.
Poi il racconto inizia e gli oggetti che ci circondano si animano grazie alla magia del teatro e alla forza evocativa delle parole di Abbiati: un ritratto appeso alla parete si trasforma in un marinaio; un modellino diventa una nave che solca i mari; una balena in scatola è Moby Dick. E noi partiamo per una grande avventura e condividiamo il destino di Ismaele, del Capitano Achab e della nave Pequod. Con loro andiamo a caccia di balene e affrontiamo il mare in tempesta, fino al naufragio finale, quando affondiamo assieme a loro nelle profondità dell’oceano, accompagnati dal rumore dell’acqua e dai riflessi di luce blu delle onde che diventano sempre più scure fino a sommergerci.
Fiesole (Fi) – SALA DEL BASOLATO, 17 luglio 2014
Lorena Vallieri
UNA TAZZA DI MARE IN TEMPESTA – Interpreti: Roberto Abbiati, Luca Salata e Alessandro Calabrese. Musiche e registrazioni: Fabio Besana; Scenografie: laboratori di scenotecnica Armunia.
Foto: Luca Baldini.