Tra le novità più attese della prossima stagione teatrali, c’é “Vanini, l’Aquila degli Atei”, l’ultimo lavoro di Antonio Mocciola affidato ad Eduardo D’Orsi – che interpreterà il filosofo salentino – e a Stefano Coppola, che abbiamo incontrato per una breve intervista. Il debutto é previsto il prossimo 23 novembre al Salotto Sommer di Napoli, piccolo scrigno d’arte creato dall’attrice e regista Marta Bifano.
Il tema della nudità è qui declinata come forma punitiva, ma anche tu avrai un momento molto forte sul finale. Nel mostrarti nudo al pubblico é più forte l’imbarazzo, l’incoscienza o riesci a nascondere il tutto dentro al personaggio? Se fossi stato solo in scena sarebbe cambiato qualcosa nell’approccio alla nudità?
E’ la mia prima esperienza di nudo sul palco, ma la cosa non mi ha creato particolari problemi. La nudità è funzionale allo spettacolo ed è semplicemente uno “strumento di scena” come un altro. Inoltre la mia scena di nudo è piuttosto breve, la patata bollente toccherà ad Eduardo! (ride) Lavorare in coppia con un amico fidato oltre che un collega poi, aiuta molto a sentirsi a proprio agio. Andare in scena da solo sarebbe stato più difficile, invece. Si sarebbe sicuramente sentito di più l’imbarazzo, ma non necessariamente questo sarebbe stato un male. Anche l’imbarazzo può diventare uno strumento utile all’interpretazione.
Il tuo partner di scena è anche un amico nella vita reale, che esperienze avete vissuto insieme?
Ho conosciuto Eduardo grazie a un laboratorio teatrale e ben presto si è creata una splendida amicizia, nonché un fantastico sodalizio artistico e professionale, basato sulla fiducia e il rispetto reciproci. Insieme a Crispino Truglio, altro caro amico e collega, abbiamo già lavorato a diversi spettacoli. Considero entrambi miei maestri, ogni attività che condividiamo mi da tanto sia come persona che come attore. Con loro è un piacere tanto salire sul palco quanto organizzare una pizzata. Inoltre sono stati loro ad avviarmi alla professione attoriale, lavorativamente gli devo tutto. O parafrasando, è colpa loro se mi trovate qui!
Cosa pensi possa darti questa esperienza così estrema nel corso del tuo percorso artistico?
I miei Maestri mi hanno insegnato che l’attore deve sempre mettersi in situazioni scomode per rendere al meglio, che la comodità è il suo peggior nemico, quindi ben venga. Non esistono esperienze estreme, solo estremamente formative.
Come ti definiresti attorialmente? Pregi e difetti
I miei punti forti sono la creatività, la capacità di adattamento e la voglia di mettersi sempre in gioco. Non a caso il mio punto forte sono le improvvisazioni. Per quanto riguarda i difetti, ho ancora molto da imparare dal punto di vista tecnico, ma questo mi spinge sempre ad aggiornarmi e a perfezionare le mie doti.
Quali sono i tuoi prossimi impegni teatrali?
Prossimamente Eduardo ed io partiremo per Lamezia Terme per partecipare ad un corto teatrale scritto, diretto e interpretato da Crispino Truglio. Si tratta di una rivisitazione del mito di Fedra e Ippolito in chiave moderna. Siamo molto emozionati anche per questo progetto!