Atmosfere tetre e forti chiaroscuri per il capolavoro verdiano, interpretato da un buon cast vocale diretto da Ivo Lipanovic.
La serata inaugurale della stagione operistica 2015/2016 del Teatro Verdi di Pisa è stata introdotta dal direttore artistico della Fondazione, Marcello Lippi, che ha ringraziato il pubblico per gli importanti successi ottenuti: pareggio di bilancio durante la scorsa stagione (cosa ben rara nel panorama lirico nazionale), aumento delle nuove produzioni, incremento di abbonamenti a fronte di una programmazione che spesso propone titoli poco noti. Un teatro che, in base alle nuove normative, può essere definito ‘virtuoso’ e che, come ha commentato ironicamente Lippi, è stato premiato con un cospicuo taglio dei finanziamenti legati al FUS. In scena un capolavoro complesso e assoluto come “Simon Boccanegra” di Giuseppe Verdi, riscoperto nel Novecento grazie alla memorabile versione di Claudio Abbado e Giorgio Strehler (1971), e diretto per l’occasione pisana da Ivo Lipanovic per la regia di Lorenzo Maria Mucci.
Un’opera essenzialmente politica, dove il dramma della storia si risolve nel tema tipicamente verdiano della paternità, sviluppato riprendendo fatti storici e personaggi reali della Genova del Trecento, nei cui caruggi è ambientata. A dominare sono le atmosfere tetre e opprimenti, che lasciano presagire la costante possibilità del tradimento e della congiura, e che trovano libero sfogo solo in quel tema marino che percorre sotterraneo tutto il melodramma. Atmosfere restituite dalle scene di Emanuele Sinisi: alte palizzate in legno o finto marmo che incombono sui personaggi. Facilmente manovrabili e a tratti arricchite da proiezioni, risolvono il problema dei frequenti mutamenti di scena e nel contempo restituiscono, anche visivamente, la situazione emotiva vissuta dai personaggi, schiacciati nella rete di odi, intrighi e false identità, schiavi di ruoli spesso imposti. Aspetti sottolineati anche dalle luci di Michele Della Mea, che creano forti contrasti e zone d’ombra, mentre i costumi di Massimo Poli servono a slontanare il dramma nel passato. Solo a tratti si intravede in lontananza il mare, anelito a una libertà che Boccanegra raggiungerà solo con la morte.
Nel dipanarsi della trama verdiana la logica più volte vacilla e i nodi teatrali sono difficilmente districabili, ma a soccorrerci vi è la potenza della musica, che indaga e svela le passioni sottese alle azioni. L’interpretazione di Ivo Lipanovic non si è distinta per originalità, ma il direttore croato è comunque riuscito ad armonizzare buca e palcoscenico e a sottolineare i principali passaggi drammaturgici, mantenendo un’assoluta aderenza alla partitura. Buono il cast dei cantanti, che ha visto Elia Fabbian nel ruolo del protagonista. Baritono dall’indole energica e dalla chiarezza vocale, ha dato il meglio nelle scene in cui interpretava il ruolo di capo politico, mentre in quelle sentimentali non sempre è riuscito a controllare l’innata energia. Dolcezza e determinazione che invece ha ben dosato Ilona Mataradze che, anche grazie alle scelte registiche di Mucci, ha dato il giusto carattere al personaggio di Amelia.
Pisa – TEATRO VERDI, 11 ottobre 2015
Lorena Vallieri
SIMON BOCCANEGRA – Melodramma in un prologo e tre atti. Libretto di Francesco Maria Piave con aggiunte e modifiche di Arrigo Boito; dal dramma “Simón Bocanegra” di Antonio García Gutiérrez. Musiche di Giuseppe Verdi.
Maestro direttore e concertatore: Ivo Lipanovic; Regia: Lorenzo Maria Mucci; Scene: Emanuele Sinisi; Costumi: Massimo Poli; Disegno luci: Michele Della Mea; Orchestra della Toscana; CLT Coro Lirico Toscano; Maestro del Coro: Marco Bargagna. Nuovo allestimento del Teatro di Pisa in coproduzione con: Teatro del Giglio di Lucca, Teatro Goldoni di Livorno, Teatro Sociale di Rovigo.
Interpreti: Elia Fabbian, Ilona Mataradze, Andrea Concetti, Ivan Momirov, Ivan Marino, Sinan Yan, Antonio Pannunzio.
Photocredit: Massimo D’Amato.