Shakespeare Shaker: “Amleto” e “Romeo e Giulietta”

La lettura-commento di Gabriele Lavia e il saggio di fine anno degli allievi del Corso di Formazione per attori Orazio Costa.

Doppio appuntamento per la rassegna Shakespeare Shaker del Teatro della Toscana in due luoghi di grande suggestione: il cortile del Museo Nazionale del Bargello ha ospitato lo scorso 18 giugno una lettura-commento di “Amleto” a cura di Gabriele Lavia, mentre gli allievi del Corso di Formazione per attori Orazio Costa hanno interpretato dal 6 all’11 luglio “Romeo e Giulietta” tra le mura del Castello dell’Acciaiolo di Scandicci.

2 LOW Gabriele Lavia al Bargello nel 2014_ ph. Filippo ManziniNoto come “dubbio amletico” il problema dell’essere è ormai da secoli associato all’opera di Shakespeare, quasi antesignano delle speculazioni filosofiche del Seicento tra cui spicca l’ergo sum di Cartesio. Ma le origini di questa tragedia, sempre attualissima, si ritrovano – come ricorda lo stesso Lavia – nell’antica “Orestea” di Eschilo. Gli intrighi di potere, le congiure, gli omicidi e i rapporti conflittuali tra genitori e figli attraversano la storia e le storie nei secoli, ma nell’“Amleto” le riflessioni si approfondiscono anche dal punto di vista psicologico: il giovane principe compie un percorso esistenziale che, attraverso l’incertezza e la ricerca dentro di sé, lo conduce alla morte ma anche alla scoperta della verità e alla consapevolezza dell’essere. In questa tragedia riconosciamo la poesia, il teatro, la letteratura e la filosofia di tutti i tempi ed è proprio la sua completezza e complessità a renderla un classico intramontabile. Dopo una breve storia della sua genesi, Gabriele Lavia si insinua tra le pagine dell’“Amleto” leggendo e commentando quasi interamente il testo con la maestria e il pathos che lo contraddistingue. Peccato che un’opera così dinamica si perda nella forma statica della lettura, soprattutto perché ben presto Lavia preferisce dare spazio all’esibizione istrionica piuttosto che all’analisi del testo e dei suoi significati, abusando dell’attenzione e della pazienza del pubblico con un’eccessiva dilatazione dei tempi (circa tre ore).

Prove-Romeo-e-Giulietta_12-880x580Molto fresca la seconda serata in cui i giovani allievi del Corso di Formazione diretti da Pier Paolo Pacini si sono sperimentati nella messinscena di “Romeo e Giulietta”. Sin dal primo momento emerge la cura del lavoro improntato sulla recitazione e sulla voce a cui si affianca un accurato studio drammaturgico. Non tutti, come accade spesso nei saggi di fine anno, riescono a mantenere una buona presenza scenica, alcuni conservano uno stile recitativo troppo impostato che ricorda un vecchio modo di fare teatro, mentre efficaci si rivelano le parti collettive; un escamotage per ridurre il testo, infatti, è quello di proporre per intero solo le scene principali e lasciare a una sorta di coro greco il compito di raccontare e commentare i fatti avvenuti nelle scene tagliate. In evidenza anche la cura dei costumi, nella loro elegante semplicità, realizzati dal Laboratorio di Costumi e Scene del Teatro della Pergola grazie alla collaborazione con la Fondazione Cerratelli. “Romeo e Giulietta” affascina nel riproporre un amore quasi ideale, capace di superare insidie e rancori, un legame unico che spinge la sposa a difendere il marito anche di fronte alla morte di un suo consanguineo. Giulietta, in questa opera, diventa donna, cresce in fretta nell’istante in cui accetta di affrontare la quasi-morte da sola, rinunciando una volta e per tutte al supporto della balia. Una sorta di svezzamento, dai risvolti piuttosto tragici. Una storia così semplice ma capace ancora di parlare al suo pubblico, invitandolo a mettere da parte i conflitti per cedere il posto all’amore, al perdono, alla solidarietà.

Firenze – CORTILE DEL MUSEO NAZIONALE DEL BARGELLO, 18 giugno 2016

Scandicci – CASTELLO DELL’ACCIAIOLO, 8 luglio 2016

Mariagiovanna Grifi

AMLETOLettura-commento di Gabriele Lavia; Autore: William Shakespeare; Produzione: Fondazione Teatro della Toscana.

ROMEO E GIULIETTACon gli allievi del Corso di Formazione per attori Orazio Costa; Adattamento e coordinamento: Pier Paolo Pacini; Scene e costumi: Laboratorio di Costumi e Scene del Teatro della Pergola in collaborazione con Fondazione Cerratelli; Produzione: Fondazione Teatro della Toscana.

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