“Nunzio”: l’alienazione della solitudine

Alle Terme del Teatro Romano di Fiesole il fortunato spettacolo della Compagnia Scimone Frameli.

Teatro d’autore per la prima delle tre serate della sezione teatro della 69a Estate Fiesolana, curata da Teatro Solare con la direzione artistica di Marco Di Costanzo. Nella suggestiva cornice delle Terme del Teatro Romano di Fiesole è stato infatti riproposto l’ormai collaudato, ma sempre apprezzato e apprezzabile “Nunzio” della Compagnia Scimone Frameli. L’opera prima di Spiro Scimone, scritta nel 1994 e subito insignita del Premio Istituto dramma italiano 1994 “autori nuovi” e della medaglia d’oro Istituto dramma italiano 1995 per la drammaturgia, ha ottenuto un successo ininterrotto, sino a ispirare il film “Due amici”, vincitore del Leone d’oro alla 59ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Un più che ventennale consenso di pubblico e critica, recentemente confermato al Festival internazionale di teatro di Lugano e in occasione della ripresa fiesolana, che ha registrato il sold out.

Lo spazio drammaturgico è quello di una cucina in una non meglio identificata periferia metropolitana, una sorta di purgatorio in bilico tra reale e metaforico, ma anche un rifugio dove nascondersi da sé e da mondo. Tra quelle quattro mura convivono le solitudini di due amici: Pino (Spiro Scimone), sempre in viaggio per misteriosi incarichi, forse un killer costretto a ubbidire agli ordini di un invisibile mandante, e Nunzio (Francesco Sframeli), operaio incapace di ammettere una malattia polmonare contratta sul posto di lavoro e che lo sta velocemente portando alla morte.

Nunzio 2Ma il vero protagonista è la parola, la tensione che viene creandosi grazie al dialogo serrato, al conflitto tra le brevi, veloci, frasi in dialetto messinese (in parte normalizzato per essere più comprensibile) e le pause, le ripetizioni, il non detto, la gestualità e quei così significativi silenzi. Non a caso Carlo Cecchi, regista dello spettacolo, sottolineò sin dal suo debutto la centralità del «conflitto» insito nel testo e nella messinscena tra «un contenuto veristico ottocentesco» e «la coscienza, se pur baluginante, della sua ormai sclerotizzata alienazione». Ne scaturisce una visione surreale e alienata della solitudine, della realtà e della sua proiezione nel sogno. Il tutto giocato con un ritmo che non ammette pause o rallentamenti, come pause o rallentamenti non ammette il tempo, scandito dal tic tac di un orologio che spesso invade la scena, in una inarrestabile corsa verso una verità ineludibile da cui ci sottrae solo il buio finale.

Fiesole – Terme del Teatro Romano di Fiesole, 11 luglio 2016

Lorena Vallieri

NUNZIO – Compagnia Scimone Frameli

Di Spiro Scimone; Regia: Carlo Cecchi; Scena e costumi: Sergio Tramonti; Disegno luci: Domenico Maggiori; Regista assistente: Valerio Binasco; Foto di scena: Andrea Coclite; Assistente scene e costumi: Chiara Lambiase.

Interpreti: Francesco Sframeli e Spiro Scimone.

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