Poesia e fascinazione nel Sogno shakespeariano di Rosario Sparno

Il regista Rosario Sparno, dopo il successo di “Tempesta”, andato in scena per nove edizioni in città e luoghi diversi, torna a confrontarsi con Shakespeare, con una commedia dalla trama complessa e dalla temperatura onirica e misteriosa, cioè “Sogno di una notte di mezza estate” che, nell’inedito adattamento, viene presentata con il titolo stringato di “Sogno”, per marcare, probabilmente, l’intenzione di conferire maggior risalto agli aspetti del plot direttamente legati alla dimensione magica e fiabesca.

In effetti, i personaggi di questa messinscena, che sono guitti alle prese con l’allestimento dell’opera del Bardo, trasportano gli spettatori all’interno di un gioco scenico piacevole e leggero, fatto di prodigi e incantamenti, un gioco che si svolge con godibilissima levità in un bosco fitto e buio, abitato da belve e folletti, in cui i sortilegi di Puck, interpretato da un bravissimo e atletico Lukas Lizama, si intrecciano con gli amori e i desideri di Demetrio, Lisandro, Elena ed Ermia, interpretati con grande bravura da Biagio Musella, Gennaro Apicella, Luca Iervolino e Angelica Bifano, un gioco scenico – dicevamo – nel quale si confondono, si mescolano e si ricompongono, con grande fluidità, tensioni erotiche e ruoli di genere, afflati amorosi e identità sessuali, lasciando emergere la fragilità e la caducità, soprattutto in amore, di convenzioni e stereotipi, aspettative e modelli sociali o comportamentali.

La sapiente e funzionale regia di Sparno, esaltata dall’interessante impianto scenico di Omar Esposito e supportata dall’eccezionale esperienza artistica di Antonella Romano, riesce a penetrare il senso più intimo e autentico della commedia shakespeariana rendendola attuale nell’impostazione e nella realizzazione e, restituendo semplicità a una trama originariamente intricata e labirintica, non tradisce affatto il significato e la qualità dell’opera ma, al contrario, la sveste di qualsiasi elemento superfluo e retorico, per offrire allo spettatore un grumo di fascinazione e poesia denso e profondo, un segreto arcano e prezioso, a cui attingere per osservare la vita con maggiore sincerità, in armonia con le forze e le energie dell’universo, al di là degli inganni dei sensi e delle tradizioni obsolete e artefatte.

Sala Assoli, Napoli, replica del 13.04.2023

 

Share the Post:

Leggi anche