Pio Monte della Misericordia, uno statuto attuale

Pio Monte della Misericordia, un tesoro napoletano

Caravaggio, perla preziosa dell’ente filantropico.

Il Pio Monte della Misericordia nasce nel 1602 per il volere di un gruppo di nobili napoletani.

L’importante Statuto mette in evidenza la necessità di soccorrere i bisognosi, di albergare i pellegrini e di curare gli infermi.

E’ nel 2022 che il palazzo seicentesco, presente nel cuore di Napoli, abbraccia anche l’arte contemporanea e i nuovi linguaggi.

Storia e futuro si abbracciano quindi per poter portare l’arte verso un livello più alto, fondendo passato e attualità.

Il beneficio maggiore è l’utilizzo degli introiti dei biglietti, destinati all’opera assistenziale e caritativa ormai in funzione da circa 400 anni.

 

Pio Monte della Misericordia custodisce una delle opere più importanti e ricche di un autore prolifico come Caravaggio.

Entrando nella cappella della struttura, il primo impatto è con lui: ”Le sette opere della Misericordia”, opera indiscussa del maestro Merisi.

Il tratto inconfondibile di Caravaggio illumina l’altare principale con un’opera commissionata ad un prezzo, per l’epoca, altissimo.

Dalla figlia che allatta il padre imprigionato a due portantini che si occupano di un corpo altrimenti dimenticato da tutti.

Un uomo nudo che viene vestito da un mantello offerto e dell’acqua magicamente sgorgata da una mascella d’asino per un assetato.

Questi sono alcuni dei momenti immortalati dal maestro all’interno della sua opera ricca di uno stile prima di allora mai usato.

Dal punto di vista artistico, esplodono i chiaroscuri tipici di Caravaggio con dei toni di colore dal sapore quasi fotografico.

Dal punto di vista emblematico, l’opera include tutto ciò che fa parte dello statuto del Pio Monte della Misericordia.

Dare da bere agli assetati al vestire gli ignudi, passando per l’offerta di ospitalità per i pellegrini.

 

Non solo Caravaggio al Pio Monte della Misericordia, ma anche altri autori che condensano, con le proprie opere, l’operato della struttura.

Da Battistello Caracciolo a Giovan Bernardino Azzolino, altri autori, vicini allo stile caravaggesco, hanno offerto le proprie opere.

Il richiamo è sempre per l’aiuto verso i più bisognosi, con rappresentazioni che mettono in luce l’operato di soccorso e attenzione nei confronti degli altri.

Preziosissime le opere di Jan Fabre in corallo che evidenziano soggetti come una colomba o un giglio che nasce dalla mascella d’asino nota per aver fatto bere un assetato.

Lo stesso Caravaggio, osannato con una delle sue opere di spicco, viene rappresentato anche in forma tattile.

Per i non vedenti, ma anche per chi vuole assaggiare la bellezza dell’opera con un altro senso, una scultura ne mostra una riproduzione in scala tutta da toccare.

Lasciandosi ispirare dalle opere del Caravaggio in generale, anche il maestro presepiale Ulderico Pinfildi ha dato il suo contributo.

Un presepe realizzato con la collaborazione di veri attori che, a loro volta, hanno interpretato figure provenienti da opere del grande maestro.

Non un presepe convenzionale, ma qualcosa di chiaramente ispirato al Caravaggio e che proprio per questo risulta unico nel suo genere.

 

Pio Monte della Misericordia ospita anche una ricca pinacoteca colma d’arte, dal classico napoletano alle opere moderne.

Una scala separa la cappella dalla pinacoteca della struttura che ospita numerose opere del Seicento e Settecento napoletano.

Da Massimo Stanzione a Luca Giordano, gli artisti di spicco del panorama pittorico napoletano trovano casa in queste preziosissime sale.

Autoritratti, figure di stampo religioso e richiami alle valenze che richiamano lo Statuto dell’ente impreziosiscono le ampie stanze dell’edificio.

Addentrarsi stanza dopo stanza in un tuffo artistico permette un viaggio nel passato che rappresenta pura magia.

Alla fine del percorso però si torna prepotentemente al presente, con un’ottica del tutto diversa orientata verso gli stessi temi.

Artisti contemporanei infatti, con tecniche differenti, hanno interpretato a loro modo il concetto di aiuto e sostegno.

Ecco quindi delle t-shirt stampate, che richiamano i colori della bandiera della pace, con slogan importanti.

Ma anche frasi di richiamo scritte al contrario su legno o ancora opere che di primo acchito possono sembrare incomprensibili, ma che custodiscono indubbio valore.

Un bel salto quello dai classici dell’arte napoletana fino alle forme artistiche più moderne, che adottano anche tecniche del tutto impensabili per l’epoca.

Ma proprio questo cambio repentino permette di mettere in evidenza quanto uno statuto fondato su temi forti, possa rimanere indelebile col passare dei secoli.

Pio Monte della Misericordia è più di un museo, è un percorso artistico, ma al tempo stesso una riflessione che dovremmo fare tutti ancora oggi.

Gaetano Cutri

Foto di Sergio De Pierro

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