Pièce Noire torna in scena nell’adattamento di Giuseppe Affinito: si rinnova la magia della parola moscatiana.

Una notte di visionario e onirico delirio psichedelico nel ventre di Partenope: così si presenta, nella suggestiva cornice della Sala Assoli di Napoli, dopo ben trentacinque anni dalla prima indimenticabile messinscena diretta da Cherif, Pièce Noire di Enzo Moscato, uno dei primi capolavori del grande drammaturgo napoletano, grazie all’innovativa ideazione scenica di Giuseppe Affinito che, oltre a curarne sapientemente adattamento e regia, interpreta con convinzione anche il difficile e icastico ruolo di Desiderio, Angelo/Cigno cresciuto dalla Signora (Anita Mosca) a propria immagine e somiglianza e deputato, almeno nei propositi di quest’ultima, a realizzare un fulgido destino di purezza e castità, ad incarnare un delirante materno anelito di bellezza incontaminata e assoluta.

In un’atmosfera fascinosamente caratterizzata dall’ombra estetica e poetica di Jean Genet, atmosfera in cui è possibile cogliere l’eco sia delle sensuali e melancoliche reminiscenze di Querelle sia del cinismo bilioso e sarcastico de Le Serve, si muovono i personaggi – tutti rigorosamente sopra le righe – di questo atipico dramma en travestì i cui protagonisti sono allucinate e stroboscopiche proiezioni dei nostri vizi e delle nostre passioni, di tutto quel tanto di troppo e di niente che vive e che scalpita nel fondo buio e cieco delle nostre coscienze, mischiandosi al sangue e rendendolo guasto, sconcio, nero come un sogno che si rivela esser fatto della stessa sostanza di un incubo.

Intorno alla vicenda di Desiderio, alla sua violenta iniziazione alla vita, alla sua ambivalente trasformazione in carnefice e vittima di un ambiguo e sinistro destino sociale e familiare, troviamo altri personaggi che, nella spiazzante abnormità dei propri caratteri e dei propri gesti, ci ricordano, grazie al tratto poeticamente espressionistico dell’autore, l’ordinaria e scandalosa depravazione di cui siamo quotidianamente succubi in virtù delle nostre vanità, delle nostre brame e della nostra cupidigia: Hong Kong Suzy (Luciano Dell’Aglio), Shangai Lil (Rino Rivetti), Greta Garbo (Domenico Ingenito) e le due cameriere della Signora (Lauraluna Fanina, Angela Dionisia Severino) fissano, nei loro tic e nelle loro ossessioni, i tic e le ossessioni che ci squassano silenziosamente dal di dentro e che proviamo a controllare, ogni giorno, intuendone il dirompente potenziale antisociale, la segreta contrarietà all’ordine borghese, alle regole, alla norma accettata come tale.

Nella sua babelica esplosione di registri, Pièce Noire, nell’ottima riduzione di Giuseppe Affinito, giovane artista formatosi sotto la guida dello stesso Moscato, e in virtù della preziosa collaborazione di Tata Barbalato, esimio conoscitore e interprete della parola moscatiana, rivela l’universalità metatemporale della propria potenza scenica, poetica e drammaturgica, rinnovando, attraverso un complesso ordito di fusioni e contaminazioni che sarebbe riduttivo definire esclusivamente linguistico, l’imperitura magia di un’esperienza teatrale unica.

Replica del 04.05.2022, Sala Assoli, Napoli

 

 

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