“Orlando pazzo per amore _ Tragicommedia popolare”: la trappola dell’illusione al Teatro Kismet Opera

È un libero adattamento dall’Ariosto quello messo in scena dalla Compagnia del Sole, alle prese con “Orlando pazzo per amore _ Tragicommedia popolare”, per la regia di Marinella Anaclerio e Flavio Albanese.

 

Le “esagerazioni” di Orlando in fatto di amore lo rendono al contempo comico e patetico, in un gioco alternato tra commedia e tragedia. Ai versi classici dell’Ariosto si combinano le maschere, i ritmi e i modi della Commedia dell’Arte. Sarà infatti compito di Astolfo, Paladino inglese che qui svolge anche il ruolo del Capocomico, di guidare lo spettatore tra la miriade di rocambolesche disavventure amorose – tra inseguimenti e combattimenti – di cui sono protagonisti i Paladini Orlando e Bradamante (unica donna a far parte dell’esercito), in preda alla passione amorosa rispettivamente per la cinese Angelica la bella, principessa del Catai, e per il saracino Ruggiero. Valorosi guerrieri al fianco di Re Carlo (assediato da Agramante, re dei Mori), decidono tuttavia di dimenticarsi del loro dovere, di disertare e fuggire dal campo di battaglia, per inseguire i loro amori.

Il susseguirsi concitato degli eventi viene alternato dai brani suonati da una band di Zanni che, attraverso la musica, sia antica che attuale – passano da un madrigale di Monteverdi alla famosa Yesterday dei Beatles –, danno voce agli “amori e le audaci imprese”. In questo labirinto di storie intrecciate tra loro, fulcro della messa in scena è il tema dell’illusione. Con le sue magie e i suoi incantesimi, il Palazzo delle Illusioni, costruito dal mago Atlante, intrappola innamorati e eroi di ambo le parti, i quali tentano di raggiungere l’oggetto del loro desiderio.

Lo spettacolo riprende qui il verso ariostesco, miscelato con le cadenze e i dialetti italiani di varia provenienza – da quello della maschera Pantalone a quello di Angelica, la quale parla in un insolito dialetto barese, tanto stretto da richiederne la traduzione simultanea. Ne risulta così un grottesco paradosso tra i modi genuinamente popolari della fuggitiva cinese e la solennità del guerriero Orlando.

“Orlando pazzo per amore” mette alla prova, quindi, l’immaginazione del pubblico, suggerendo un melting pot di tradizione e contemporaneità, sonorità disparate, citazioni da Shakespeare e De Filippo.

La scenografia, composta da numerose porte e oblò da cui appaiono e scompaiono i personaggi, consente agli spettatori di entrare nel gioco delle illusioni, di cui lo spettacolo si fa portatore.

Molto bravi i performer che, con ammirevole duttilità, passano dalla recitazione, al canto, alla musica dal vivo, conferendo alla messa in scena un ritmo sempre alto.

La rappresentazione risulta quindi piacevole, nonostante il facile – a tratti eccessivamente – ammiccamento al pubblico, il quale non può far altro che lasciarsi trascinare nella confusione di un mondo fatto di illusioni, magie e incantesimi.

Alessandra Lacavalla

Domenica 22 marzo, Teatro Kismet Opera

ORLANDO PAZZO PER AMORE _ TRAGICOMMEDIA POPOLARE

libero adattamento dall’Ariosto di Flavio Albanese e Marinella Anaclerio

con Stella Addario, Antonella Carone, Roberto De Chirico, Francesco Casareale, Patrizia Labianca, Dino Parrotta, Domenico Piscopo, Antonella Ruggiero

Scena Marta Marrone; Costumi Marta Genovese; Disegno Luci Beppe Filipponio; Movimenti di Scena Alberto Bellandi; Arrangiamenti Musicali Roberto Re Davide; Preparazione vocale Ida Decenvirale; Musiche a cura di Marinella Anaclerio

Maschere Fava/ Perocco/Antonello; Maschera di Angelica Luigia Bressan

Realizzazione Scenografia Deni Bianco

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