Nobraino

I Nobraino, il rock e i colpi di teatro

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Quello che maggiormente resta della serata è il finale strabordante e strabiliante di un bel concerto, divertente e piacevole. Perché cominciare dalla fine? Semplicemente perché è forse il momento che rappresenta al meglio l’intera esibizione dei Nobraino alla Casetta della Musica per il festival Suo.Na, il non-plus ultra di un concerto costruito sul continuo scambio con il pubblico, una scelta forse teatrale, o che forse semplicemente celebra i canoni di teatralità propri dell’esibizione rock.

Dopo l’apertura del giovane e molto giovanile trio napoletano dei George Frevis Band, inizia il concerto della band di Riccione, travestita come suo solito con clowneschi abiti vintage, che parte subito con un brano dall’ultimo album, chiamato appunto “L’ultimo dei Nobraino”, primo per una major (Warner), “Il Muro di Berlino”. Le canzoni della prima parte della serata, fino al bis, saranno interamente tratte dal nuovo disco e questo forse penalizzerà un po’ lo scambio Nobraino/pubblico, nonostante una parte dei fan più accaniti li canti già a memoria.

Dal brano di apertura seguono altri quattro pezzi, prima che il concerto inizi davvero a decollare, quando la band chiama sul palco due ragazzi dal pubblico, probabilmente conosciuti prima, ad improvvisare in acustico il brano che stanno per eseguire, “Bigamionista”, che sarà il primo momento davvero energico del concerto. Da questo attimo, rotti gli indugi, la band si apre con una serie di esecuzioni di grande impatto come “Endorfine” e “Michè”, oppure la cover macho-rock di “Hotel Supramonte” di Fabrizio De Andrè, arrangiamento che dà probabilmente tutt’altro senso ad un testo fortemente drammatico e qui quasi fuorviato.

Tra oggetti e travestimenti di scena, e la continua rottura dello spazio-palco, i Nobraino cercano in maniera ossessiva il coinvolgimento con il pubblico, spesso  provocandolo, ed altre volte chiamandolo direttamente a partecipare allo spettacolo, come nel caso di “Mangiabandiere” in cui un volontario dal pubblico è stato rasato sul palco.

Melodie alla Fred Buscaglione e cavalcate rock e ska, il concerto arriva al gran finale, in cui il cantante Lorenzo Kruger, più volte uscito dal perimetro del palco, decide di alzare la posta e per la performance di “Bifolco” prima (richiestissima dal pubblico), e di “I signori della corte” poi, trascina il pubblico all’esterno della Casetta della Musica, portandosi dietro una scala sulla quale si erge per cantare le ultime note della serata. Una conclusione che in linea con il concerto, rappresenta un vero e proprio colpo di teatro.

Napoli, Casetta della Musica, 14 Marzo 2014

Francesco Di Maso

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