Mauro Gioia e Claudia Gerini in Cado sempre dalle nuvole, originale omaggio alle canzoni di Pasolini diretto da Francesco Saponaro

Inconsueto e seducente omaggio a Pier Paolo Pasolini, Cado sempre dalle nuvole è un progetto estremamente interessante per conoscere e approfondire la produzione di testi per canzoni del poeta friulano, un segmento creativo tra i meno esplorati e indagati della sua vastissima opera eppure particolarmente significativo per la convergenza tra ideologia e cultura popolare, indole splenetica e relazione con la cultura di massa: Le canzoni del poeta di Casarsa – si legge nelle note di regia – sono stelle di una galassia che sta al corpus dell’intera opera pasoliniana come una predella alla sua pala d’altare. Più che canzoni d’autore, sono Lieder sbocciati dall’inguaribile spleen di un Tiresia nostro contemporaneo. Piccole storie in cui riverberano i temi più cari allo scrittore corsaro, al cineasta assetato di realtà, di mito e poiesis, in cui si innesta la disperata vitalità dei suoi versi al piglio giocoso del fanciullo friulano dallo sguardo malinconico.

Un poeta è sempre uno scandalo, una contestazione: con questa affermazione netta e perfettamente attagliata all’esperienza di sé e del mondo più volte esplicitata dallo stesso poeta, Mauro Gioia apprezzabile interprete della pièce con la bravissima e travolgente Claudia Gerini, introduce il pubblico all’interno di un percorso che, attraverso la puntuale e suggestiva drammaturgia firmata da Igor Esposito e grazie all’efficace e funzionale regia di Francesco Saponaro, consente di avvicinare le canzoni di Pasolini, scoprendone la vita ancora pulsante, la coerente opposizione alle storture del capitalismo e del consumismo, la denuncia perentoria dell’omologazione borghese di cui la società era preda eccezion fatta per la città di Napoli, “grande tribù” costituita dall’insieme di uomini e donne che, a suo giudizio, avrebbero deciso di non cambiare, di mantenere integra, con innocente inconsapevolezza, la propria identità culturale, linguistica, sessuale e spirituale.

La messinscena ha l’indubbio merito di restituire allo spettatore non solo le canzoni più note scritte da Pasolini, tra cui l’indimenticabile Valzer della Toppa che interpretarono sia Laura Betti che Gabriella Ferri o la struggente Cosa sono le nuvole, capolavoro che cantò Domenico Modugno, ma anche le canzoni meno note, come I ragazzi giù nel campo, scritta con Dacia Maraini o Il soldato di Napoleone, cantata da Sergio Endrigo che musicò un poemetto di Pasolini inserito nella raccolta La meglio gioventù, e quelle che il poeta amò e inserì nei suoi film, come Fenesta ca lucive e mò non luce, tristissima melodia napoletana seicentesca, o Violino tzigano, canzonetta di successo degli anni’30 inserita nella colonna sonora di Mamma Roma, ballata e cantata da Anna Magnani.

A concludere l’intenso itinerario tra parole e musica, in cui è possibile cogliere sia l’insaziabile appetito di vita e poesia del grande intellettuale sia la lucidità del suo pensiero, drammaticamente profetico e ancora attuale, appetito che lo condusse peraltro prima al cuore dell’inferno con la marmorea volontà di capirlo e poi al tragico epilogo avvenuto all’idroscalo di Ostia nella notte tra 1° e 2 novembre del ’75, Mauro Gioia e Claudia Gerini intonano il brano Una storia sbagliata, di Fabrizio De Andrè e Massimo Bubola, dedicato all’omicidio di Pier Paolo Pasolini e pubblicato, per la prima volta, nel 1995.

Infine, è importante ricordare il prezioso contributo offerto dagli arrangiamenti di Pasquale Catalano – autore anche delle musiche originali, dalla direzione musicale di Giuseppe Bulgarella e dalla presenza in scena dei musicisti Francesca De Filippis, Monia Massa, Annamaria Puggioni, Alberto Toccaceli.

Teatro Mercadante di Napoli, replica del 21.01.2023

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