A Cantiere Futurarte la terribile vicenda della serial killer italiana nel monologo di Chiara Guarducci interpretato da Sonia Coppoli.
«Pentolone di soda caustica, morte e spezie. E la carne si trasforma in sapone, il sangue in pasticcini. Ma non siamo in una fiaba horror, è un fatto di cronaca, e la strega è la serial killer più macabra della storia». Una vicenda che ha dell’incredibile e che Chiara Guarducci ha avuto il pregio di recuperare in modo assolutamente originale con il monologo “La passione di Leonarda Cianciulli” andato in scena al Caffè degli Artigiani di Firenze nell’ambito di Cantiere Futurarte. Nata nel 2013 da un’idea di Alessio Martinoli con la collaborazione di Tommaso Grassi con l’intenzione di conoscere e far emergere le attività culturali contemporanee della città, l’iniziativa si propone di mettere in relazione locali fiorentini e artisti toscani e non, offrendo gratuitamente ai cittadini un ricco calendario di eventi che coinvolge il Caffè degli Artigiani, ma anche Angie’s Pub, Cafè 1926, The Speakeasy 23.
Ricordata come la saponificatrice di Correggio, Leonarda Cianciulli si “dilettava” a sciogliere i cadaveri delle sue vittime in grandi pentoloni per ricavarne sapone. Non un gesto sadico, né il frutto di rancori repressi, ma un’esigenza, a dire della Cianciulli. Un aspetto particolare del processo (1946), infatti, è sicuramente l’ostinazione della serial killer nell’affermare di aver compiuto i suoi delitti per scongiurare le minacce della madre morta – con cui aveva sempre avuto un rapporto terribile – che, apparsale più volte in sogno, la invitava a versare il sangue di innocenti, pena la morte dei suoi bambini. Leonarda era ossessionata dalla paura di perdere i figli poiché ben tredici gravidanze si erano concluse con aborti spontanei o morti in culla fin quando non si era rivolta a una “strega”. Ecco che, allora, tutta la sua esistenza è vissuta nell’ossessione della maternità, nel delirio di un sortilegio, un maleficio da cui si è scampato ma che resta lì, incombente, pronto a ritornare e compiersi infine. La storia della Cianciulli è narrata in un memoriale dal titolo “Confessioni di un’anima amareggiata”, di cui resta dubbia l’autorialità, sono in molti a sostenere che siano stati i suoi avvocati a scriverlo e non la diretta interessata.
In un monologo breve e accattivante, denso di inquietanti emozioni, drammatico e grottesco, a metà tra il sacro e profano come vuole la lingua della Guarducci che sempre rivela la capacità di giocare con il basso – spesso in un volgare turpiloquio – e con l’alto – fino a toccare versi poetici di indubbia eleganza -, Sonia Coppoli è Leonarda Cianciulli. Ce la svela poco a poco nelle sue varie sfaccettature, persuasiva ingannatrice, lucida assassina, madre tormentata, mente deviata, in un’interpretazione toccante dove l’attrice mette in campo la sua eccezionale mimica. Alla fine di questo spettacolo resta solo il punto di vista della Cianciulli, nessuna spiegazione, nessuna narrazione dei fatti, e si fa avanti la voglia di saperne di più, di indagare più a fondo. Resta il ritratto di una donna turbata e turbante, che impietosisce e terrorizza allo stesso tempo.
Firenze – CANTIERE FUTURARTE, CAFFE’ DEGLI ARTIGIANI, 2 marzo 2016
Mariagiovanna Grifi
LA PASSIONE DI LEONARDA CIANCIULLI – Autore: Chiara Guarducci; Interprete: Sonia Coppoli. Foto: Davide Gucci.