La tradizione immortale di Machiavelli, tenuta in vita dal Teatro della Toscana.
Grande entusiasmo per “La Mandragola” di Niccolò Machiavelli, in scena dal 16 al 21 giugno nel Cortile del Museo Nazionale del Bargello in occasione della rassegna fiorentina “Estate al Bargello”. La Fondazione Teatro della Toscana, il regista Claudio Spaggiari e gli attori de La Compagnia delle Seggiole sono gli autori del ritorno dello spettacolo cinquecentesco.
Un allestimento rinnovato, rispetto al progetto avviato nel 2003, che conferma l’immortalità dell’opera di Niccolò Machiavelli. «…Di cosa nasce cosa, e il tempo la governa», il tempo o la beffa. “La Mandragola” è una commedia che ha come protagonista la furbizia, lo scherzo, non fini a se stessi, ma ingredienti necessari per andare incontro ai propri interessi. Nella trama è il furbo che ha la meglio, e il fine è lieto per tutti, poiché anche il beffato, stolto e convinto della propria astuzia, pensa di aver guadagnato laddove, invece, è stato umiliato e ingannato senza pietà. Il tema amoroso, erotico, leggero, non nasconde l’intento di sbeffeggiare la società italiana dell’epoca, così facilmente corruttibile. In epoca rinascimentale, quando fu composta, “La Mandragola” ebbe il suo debutto in occasione di nozze medicee, che la coronarono del successo di cui gode ancora oggi. Firenze, del resto, è tuttora la culla del Rinascimento ed è apprezzabile che si tengano in vita, oltre ai monumenti che attirano turisti da tutto il mondo, anche gli artisti grazie ai quali la città fu celebre, tra i tanti, Niccolò Machiavelli.
La location, il Cortile del Museo Nazionale del Bargello, si presta decisamente alla messinscena, che non ha bisogno di scenografie. Le mura, le scale, il pozzo al centro del cortile, sono agiti con coerenza dagli attori; tutto lo spazio si anima di magia rinascimentale, tanto che potremmo davvero pensare di essere nel ‘500. Anche i costumi, di Giancarlo Mancini e Pino Crescente, sono ben fatti e dettagliati, e contribuiscono alla creazione di un’atmosfera di altri tempi. Eppure qualcosa non quadra, qualcosa ci riporta al presente. Fedele al testo machiavelliano, la commedia si apre con la canzone e il prologo, per proseguire con i cinque atti, scanditi dal buio, dal suono delle campane e da una musica appena percepibile. Il tema, la beffa, è subito chiaro al pubblico a partire dal primo atto, ideato e reso noto da Callimaco e dai suoi complici, il servo Siro e Ligurio. Il beffato è un dottore, Messer Nicia che, preoccupato di non riuscire ad avere eredi, si lascia convincere della potenza della mandragola, capace di rendere fertile la moglie, donna Lucrezia. Lo scopo di Callimaco è, in realtà, avere Lucrezia, e la avrà dopo aver detto a Messer Nicia che non doveva essere lui ad entrare per primo nel letto della moglie, pena la morte. Le donne, apparentemente casa e chiesa, non si fanno certo tanti scrupoli. Tutta la vicenda la dice lunga sull’ipocrisia che dilagava già nel ‘500 e che, ancora oggi, dilaga senza risparmiare nessuno. Certamente si può ingannare, ma alla fine vincerà nient’altro che il compromesso.
Ciò che non convince pienamente è la recitazione degli attori. Un testo del ‘500, pur essendo non troppo dissimile dall’italiano contemporaneo e facilmente comprensibile, rimane certamente un po’ pesante e ampolloso, accordandosi perfettamente con una messinscena filologica e, in quanto tale, anacronistica. La recitazione, però, soprattutto nell’espressività e nell’insieme dei gesti, riporta al presente; da una parte ad una certa schizofrenia propria dei ritmi frenetici della contemporaneità, dall’altra ai teatrini dialettali e comici odierni che, se ricordano vagamente il passato, non lo rispecchiano totalmente. Tale interpretazione è propria soprattutto, non a caso, del personaggio di Messer Nicia, impersonato da Claudio Spaggiari, il regista. Nel complesso, lo spettacolo è ben fatto e curato in tutti i suoi aspetti; rivela un meticoloso lavoro in cui la regia diventa un’impresa a più mani, un complesso in cui il regista-attore prende parte attiva, insieme alla compagnia, non solo dietro le quinte, ma anche sul palcoscenico.
Firenze – CORTILE DEL MUSEO NAZIONALE DEL BARGELLO, 17 giugno 2015.
Benedetta Colasanti
LA MANDRAGOLA – Produzione: Fondazione Teatro della Toscana; regia: Claudio Spaggiari; interpreti: Marcello Allegrini, Fabio Baronti, Luca Cartocci, Andrea Nucci, Claudio Spaggiari, Natalia Strozzi, Sabrina Tinalli, Silvia Vettori; assistente alla regia: Giovanna Nocciolini; costumi: Giancarlo Mancini; realizzazione costumi: Pino Crescente; progetto luci e suoni: Daniele Nocciolini; Compagnia: La Compagnia delle Seggiole.
Foto: Roberta Celoni.