Non sempre è facile trovare band in questo paese che siano giovanissime, e che propongano allo stesso una proposta davvero valida. La scena musicale italiana richiede, come da tendenza in ogni ambito di questo paese, una certa stagionatura, altrimenti sembra non esserci quella aria greve di maturità e saggezza. Tutto questo però a scapito della freschezza, fattore essenziale soprattutto per la musica rock.
È quindi quasi una rarità trovarsi davanti ad una band come quella dei Kairo, proposta Made in Napoli, che ha trovato davvero tantissimi apprezzamenti in giro per il paese, apprezzamenti giustificati.
L’album di esordio “13” è infatti una delle migliori produzioni del 2014, in cui è possibile trovare quella freschezza difficile da trovare ormai in giro, soprattutto se questa è unita ad una indiscutibile solidità. L’album è una scheggia di emo a ritmi davvero incredibili, che riescono a trovare picchi di liricità melodica, con la voce che si apre su note lunghe, riuscendo a trovare una soluzione originale al cantato e né cantilenante in stile cantautori, né urlata nel perfetto stile screamo italiano.E se l’apertura di “Estate” è un vero e proprio fulmine in una tempesta estiva, la successiva “Samurai” ispirata a Kurosawa, vede basso e batteria che si intrecciano con solidità, un po’ alla Dinosaur Jr. E se in “Medusa” è la tastiera a fare da tappeto ed guida al finale disperato, il meglio arriva con “Tempesta”, probabilmente il picco dell’album, una cavalcata irresistibile e passionale.
Kairo – “13”
Fallo Dischi, La Fine, Upwind
Francesco Di Maso