Kevin Capurro, make up artist di talento:
“Trucco e costruisco, per il pubblico e per mé stesso”

Se c’è un comparto, al cinema, che ha un valore fondamentale – a volte decisivo – é il trucco. E’ giusto quindi conoscere chi, con la propria arte e fantasia, “colora” il film come se fosse vera e propria sceneggiatura. Abbiamo incontrato Kevin Capurro, pronto a contribuire con il suo talento al make-up di un cortometraggio di cui si sentirà parlare.
“Crepa” ti vede in veste di truccatore, ma qui si tratta di un lavoro talmente potente che il tuo tocco diventa quasi come un “attore non protagonista”. Ci descriveresti qual è il tuo contributo al film e cosa accade col tuo make up?
Il mio ruolo in Crepa sarà concentrato nel suo punto di massima tensione, quando la violenza all’interno del corto diventerà fisica e farà da protagonista.
Mi occuperò quindi di ricreare effetti che (spero) riusciranno ad assecondare scene abbastanza impattanti.
Sei molto giovane, ma hai già una discreta esperienza nel settore dello spettacolo. Cosa racconteresti di quel che hai fatto a chi ha curiosità di conoscerti?

Ho iniziato insieme a Slade Wilson curando gli effetti per i suoi primi cortometraggi. Poi, quando abbiamo conosciuto Domiziano Cristopharo,  abbiamo avuto la possibilità di essere lanciati in progetti molto ambiziosi da cui ho ricavato parecchie soddisfazioni. Ultimo tra questi, il sequel di Erotik: Erotik2 – l’aldilà, una produzione fatta solo da noi tre, una sfida sotto ogni punto di vista, a partire dagli FX.
A prescindere da questo amo creare oggetti, props, fantocci per un mio  gusto e volere personale, non necessariamente per film o su commissione.

Il cortometraggio avrà anche in forti scene di nudo, e del resto anche tu non sei nuovo a queste esperienze, avendo avuto una figurazione speciale in un film di Slade Wilson e avendo posato in un progetto fotografico. Come vivi personalmente la nudità, e cosa pensi possa comunicare al pubblico?

Artisticamente e contestualizzato, il nudo lo considero uno strumento, un linguaggio come un altro. Sicuramente è più d’impatto rispetto ad altri in quanto continua tutt’oggi a non essere “ben visto”.
Personalmente non sono una persona che lavora col nudo, non sono un modello o altro. I progetti a cui ho partecipato mi hanno entusiasmato per l’intenzione e ho deciso di  cimentarmi per la prima volta.

Vivi ad Avellino, cittadina del sud che forse da’ pochi sbocchi. Pensi che per lavorare in questo mondo sia necessario andare altrove?
Non è sicuramente un luogo conosciuto per le possibilità che può dare, in qualsiasi campo.
Spostarsi probabilmente è una scelta saggia
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