“Il sogno”, quando gli incubi diventano realtà

10267000_10203655151167129_1079735127_oChe la paura faccia 90 lo sa praticamente chiunque, ma non tutti sono informati in merito quanto Peppino, il simpatico barista tra i protagonisti de “Il sogno”, spettacolo scritto a quattro mani da Massimo Petrucci e da Marcello Cozzolino che ne cura anche la regia.

Si sfrega fortemente le mani il barista, alias Alessio De Sivo, appassionato della classica smorfia napoletana quando nel suo bar torna Piero (Marcello Cozzolino), cliente abituale, turbatissimo da un brutto sogno fatto la notte stessa riguardo il suo ipocondriaco amico Luigi interpretato da Amedeo Ambrosino.

Una tazzina di caffè ed un terribile mal di gola, secondo il pensiero dettato da Morfeo, potrebbero essere degli elementi sufficienti per andare all’altro mondo, ma anche succose informazioni per trarre qualche numero buono da giocare al lotto e guadagnare una discreta sommetta.

La storia di base piuttosto frivola è in realtà l’occasione per mettere a tavolino due bravi attori, circondati tra l’altro da più che discreti comprimari, ed infarcire il copione di battute che vanno dal classico nome storpiato e brutalmente frainteso, in questo caso di notissime marche di medicinali, alla rivelazione di quel sogno tanto brutto da destare molesti pensieri nel diretto interessato.

Simpatico e frizzante “Il sogno”, uno spettacolo breve ma con tempi comici perfetti e dal sapore vagamente onirico tanto da portarlo una spanna più in alto rispetto ai classici rifacimenti delle pochade più classiche del mondo teatrale.

Poco sfruttato il cast femminile che si ritaglia solo qualche angolo interessante nella primissima parte dello spettacolo ma che non avrebbe affatto sfigurato in qualche scena in più, accanto a quello maschile che invece prende totalmente la luce dei riflettori con buoni meriti.

Poco azzeccata invece, per uno spettacolo schiettamente comico, una chiusura che vuole demonizzare il gioco d’azzardo, fino a poco prima occasione di divertimento e diletto, con una scura scena totalmente slegata dalla storia principale. Una ciliegina un po’ guasta su una torta invece dal buon semplice sapore.

Gaetano Cutri

Napoli – Théâtre de Poche 11 aprile 2014

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