Il cinema facciamolo in verticale

Oggi ho avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Salvatore Marino, attore teatrale, cinematografico e televisivo, noto al grande pubblico per la sua satira e la sua pungente autoironia. Autore e attore, Salvatore durante la sua carriera ha partecipato a numerosi film e a diversi spettacoli teatrali. È stato editorialista della trasmissione televisiva Omnibus Weekend su La7. Dal 2012 al 2014 è stato uno dei comici della trasmissione televisiva Zelig. Dalla stagione 2014-15 ha partecipato alla trasmissione I fatti vostri, su Rai 2, dove ha condotto uno spazio in cui mostrava video presi dal web. Dal 2020 è nel cast di Propaganda Live su La7. Un traguardo molto importante nella sua carriera è stato quello di aver fondato nel 2018 il Vertical Movie, primo festival a livello mondiale dedicato ai video in verticale.

Buonasera Salvatore come stai?

Buonasera a tutti. Sto vivendo questa ripresa, una ripresa che a mio avviso è ancora parziale. Mi auguro che il prossimo anno possa esserci un rilancio reale. Ci troviamo al momento in un limbo. Molti teatri stanno recuperando tutta una vecchia programmazione. Il fatto che la capienza sia tornata ad essere al cento per cento però mi fa ben sperare.

A quale cinematografia sei maggiormente legato?

Sono molto legato ai film della mia infanzia degli anni ‘60 e ‘70: una cinematografia di genere. I western, i musical, il cinema indiano, cinese, giapponese, i film d’azione. Gli intramontabili B Movie. Mi tornano in mente attori come Anthony Dawson, pseudonimo con cui si faceva chiamare Antonio Margheriti.

Come è cambiato il mondo dello spettacolo da quando ha iniziato?

Il mondo di vent’anni fa è nettamente cambiato. Oggi, per dire, non esistono più gli sceneggiati, Giulio Brogi e Cosimo Cinieri sono stati tra gli ultimi baluardi. Rispetto al passato c’è una recitazione diversa, di stampo americano. Con l’avvento delle piatteforme streaming il mercato si è molto livellato, c’è un maggiore interscambio. La globalizzazione ha colpito anche l’arte, e tutto ciò non so dirti quanto possa essere un bene!

Come è stato lavorare con il grande Gigi Proietti?

Io faccio parte della seconda cucciolata di attori che si è formata con lui negli anni 83-85. Gigi ha cambiato la scena della comicità. Subito dopo aver frequentato la sua scuola, fui scelto da Renzo Arbore. Con Gigi ho lavorato a teatro e ne ho assorbito la sua impostazione. È stato generosissimo con tutti noi. Ho lavorato anche con Dario Fo, ma devo dirti che Proietti resta al primo posto nel mio cuore.

Come è nata l’idea del Vertical Movie Festival?

Questo festival nasce semplicemente perché nel corso di tredici anni ho rilevato dei numeri straordinari, mi spiego meglio: dei 45.000 video che ho analizzato, presi dal web, il settanta per cento era girato in verticale. Allora mi è venuta l’idea di fondare un festival ad hoc. Voglio darti un’anteprima: il ventinove ottobre alle ore 15.00 presso il Liceo artistico San Giuseppe di Grottaferrata (Rm) ci sarà l’open day della Vertical Movie Academy, un’accademia specifica per ricevere gli strumenti giusti per approcciarsi a questa nuova cinematografia, che non vuole assolutamente soppiantare il formato orizzontale, ma convivere con esso.

In che modo le nuove tecnologie cambieranno la fruizione di un film?

Le nuove tecnologie aiutano tantissimo sul set: vengono abbattute le tempistiche e si dimezzano i costi. Anche per quanto riguarda la post produzione il progresso è una manna dal cielo: ora la color correction diventa un procedimento molto più semplice rispetto al passato. Tutto ciò però avviene spesso a discapito della qualità.

A quale progetto stai lavorando in questo momento?

Oltre alla già citata Vertical Movie Academy, sto lavorando ad un paio di spettacoli che porterò in scena il prossimo anno.

 

“Potrei esserti amico in un minuto, ma se nun sai ride mi allontano. Chi non sa ride, mi insospettisce.”

Gigi Proietti

 

Valerio Molinaro

 

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