Intervista a Vincenzo De Caro, in attesa dello spettacolo “Hotel del libero scambio” in scena al Teatro di Cestello di Firenze dal 26 dicembre 2013 al 19 gennaio 2014.
Inganni e tradimenti di ieri e di oggi: cosa è cambiato? In verità proprio nulla. Ecco perché la commedia di Feydeau “Hotel del libero scambio”, che andrà in scena al Teatro di Cestello di Firenze, risulta più che attuale. Si tratta di una delle nuove produzioni del Cestello, la cui direzione quest’anno ha subito un cambiamento con l’arrivo del nuovo presidente Rosario Campisi (attore e regista nato a Prato e attivo a Firenze), mentre la direzione artistica è rimasta a Marcello Ancillotti, storico regista della Compagnia stabile Il Cenacolo dei Giovani. Oltre l’opera di Feydeau, il Cestello propone altre due nuove produzioni: “L’uomo, la bestia e la virtù” di Luigi Pirandello per la regia di Ancillotti e “Parenti Serpenti” di Carmine Amoroso (commedia da cui è stato tratto il noto film di Mario Monicelli) per la regia di Campisi; anche per la programmazione del teatro per i piccoli curato da Angela Tozzi (attrice della compagnia stabile del teatro) agli spettacoli in replica (“Il libro della giungla” e “Il gatto con gli stivali”) si aggiunge un nuovo lavoro: “Robin Hood”. Punto fermo del Cestello, infine, resta la scuola di teatro in vernacolo, nata nel 1999, gestita da Manuelita Baylon e Remo Masini allo scopo di recuperare la tradizione attraverso la lingua dialettale. Partirà il 26 dicembre la prima produzione della stagione 2013/2014, che resterà in scena fino al 19 gennaio. Abbiamo incontrato l’attore e regista Vincenzo De Caro per sapere in anteprima qualche curiosità sulla rappresentazione del testo di Georges Feydeau “L’Hôtel du libre échange” che accoglierà il pubblico fiorentino durante le feste. Prima di tutto la scelta del testo, farsa prodotta alla fine dell’Ottocento che rivela l’ipocrisia della realtà borghese. Come tutte le pochades, anche “L’albergo del libero scambio” viene scritta come divertissement in un periodo in cui con il teatro (e con l’arte) si cercava di esorcizzare le amarezze della vita. Nel leggere il testo, De Caro si è reso conto che le tematiche e i dialoghi sono rimasti attualissimi.
“Volevo assolutamente fare qualcosa di divertente, io per scherzo lo chiamo il “Cinepanettone del Cestello”. Si tratta di uno spettacolo in cui non c’è alcun ragionamento profondo dietro le singole battute, non si vuole trasmettere alcuna emozione. È puro divertimento, perché la gente ha bisogno di star bene. Ho riportato l’opera nella sua forma integrale, senza nessun cambiamento. Solo l’ambientazione storica è diversa: non più la fine dell’Ottocento, ma gli anni Venti. È un periodo che mi piace molto. Come è accaduto in passato, emerge il bisogno di distrarsi, di avere un momento di svago rispetto alle notevoli difficoltà economiche, sociali e politiche in cui ci troviamo. La commedia è scoppiettante, dal ritmo convulso, con un’infinità di personaggi”
Qual è stato il lavoro con gli attori?
“Pur avendo ridotto il numero dei personaggi, sono 14 attori in scena. Ho lavorato molto sulla velocità della battuta e sulla rapidità delle azioni, prendendo spunto dall’idea del fumetto, rapido e sintetico. Feydeau è chiamato il regista delle porte, ci sono porte che si aprono e si chiudono continuamente. Ho giocato molto su questo. Per esempio nel II atto la scena è divisa in tre sezioni: a lato le camere dell’albergo, al centro un corridoio. Naturalmente le pareti sono immaginarie e ci sono solo due porte, da cui i personaggi escono ed entrano freneticamente; a volte 6/7 attori recitano contemporaneamente in uno spazio piccolissimo. Per quanto riguarda gli interpreti ho lavorato molto sulla voce, sul suo potenziamento, e poi sui rimandi sessuali: al centro ci sono due coppie in crisi (anziane e giovani), personaggi ricchi e ridicoli, davvero ridicoli.”
Nel programma di sala sottolinei: «I mariti delle donne che ci piacciono sono sempre degli imbecilli». Cosa significa per te?
“È vero. È la donna a portare i pantaloni, a dominare la coppia. La donna ha da sempre comandato. La figura del maschio è stata imposta, specie dalla religione.”
Ma in realtà c’è sempre stato il predominio delle donne. E per quanto riguarda le musiche?
“Il lavoro delle musiche è stato fatto da Angelo Codolo. Ho preferito non mettere alcuna musica in scena, viene mandata solo durante gli intervalli: è il Tango di Roxanne, non cantato, presentato in tutte le salse.”
Mariagiovanna Grifi
Firenze – TEATRO DI CESTELLO, 26-27-28-29,31 dicembre 2013 – 3,4,5-10,11,12-17,18,19 gennaio 2014.
HOTEL DEL LIBERO SCAMBIO – Regia: Vincenzo De Caro; Autore: Georges Feydeau ; Interpreti: Angela Tozzi, Elena Baistrocchi, Lorenzo Lombardi, Aldo Innocenti, Claudia Migliorini, Claudia Del Fante, Maurizio Pistolesi, Vanni Monsacchi, Salvatore Clemente, Valeria Sabatini, Pablo Rizzo, Alessandro Dell’Anno, Lorenzo Varlecchi, Mattia Fornabaio; Musiche: Angelo Codolo; Scene e Costumi: Marcello Ancillotti e Cecilia Micolano; Aiuto Regia: Valeria Sabatini; Compagnia Il Cenacolo dei Giovani.