È una sfida molto importante. Negli ultimi anni noto come i social, nonostante le loro straordinarie capacità e potenzialità, puntano l’attenzione su temi ben meno importanti. Sono però sicuro di una cosa: Questa sfida riusciremo a vincerla e sarà tutto merito di Stoccolma.
Il tuo personaggio é un ragazzo frustrato e violento, spinto dall’amore di una persona di cui si sono perse le tracce, e con aspetti masochistici. Ha toccato anche delle corde personali?
No, non ho mai perso le tracce di una persona, come Gianluca. Sicuramente, oltre ad entrare così inconsapevolmente nel personaggio da sentire ogni suo dolore come se fosse il mio, provo sempre a riportare alcune esperienze personali che in parte possono avvicinarsi all’accaduto.
Ogni giorno che passa Gianluca riesce a farmi entrare sempre di più nel suo mondo. Da quest’ultimo confesso di aver imparato tanto. Ogni sua parola mi ha mostrato le sue debolezze, paure che si celano dietro un personaggio che sembra avere sempre il controllo della situazione.
Interpretare Gianluca Landi mi ha messo a dura prova, è stato bellissimo. Un percorso intenso, in cui “Antonio” e “Gianluca” si sono incontrati, capiti e raccontati. È stato sì difficile, ma in fondo le infinite sfaccettature da dover analizzare hanno reso unico lo studio di questo personaggio.
È qualcosa di nuovo per me, che ho accettato per il suo valore. Il nudo in Stoccolma è un elemento molto forte che colpirà il pubblico tanto da far dimenticare il nudo stesso.
Cosa ti aspetti per la tua carriera, e cosa pensi possa aggiungere questo spettacolo così particolare al tuo percorso?
Mi auguro ciò che penso ogni anno prima di spegnere le candeline. Stoccolma è uno spettacolo che dona tanto al pubblico, ma soprattutto agli attori. Credo di avere, con il capolavoro scritto da Antonio Mocciola, la possibilità di sistemare più di un mattoncino, per costruire un grattacielo che spero possa essere più alto possibile.