“Amore”: in prima regionale la verità e la tragedia del quotidiano.

Al Teatro delle Arti lo spettacolo della Compagnia Scimone Sframeli, Premio Ubu 2016.

Premio Ubu 2016 come ‘Miglior novità/progetto drammaturgico e Miglior allestimento scenico’, lo spettacolo “Amore” della Compagnia Scimone Sframeli approda in prima regionale venerdì 17 marzo al Teatro delle Arti di Lastra a Signa, per la regia di Francesco Sframeli. In scena, oltre a Spiro Scimone e lo stesso Francesco Sframeli, Gianluca Cesale e  l’attrice fiorentina Giulia Weber, fresca novità rispetto ai sette lavori precedenti, dove mancava una presenza femminile in quanto tale.
Con “Amore”, la Compagnia prosegue il proprio percorso drammaturgico ai bordi dell’umanità, all’interno dei non luoghi, dove i personaggi non hanno nome e sono “tutti vecchietti”.
La trama si gioca su due coppie: marito e moglie la prima, comandante e pompiere la seconda. Quattro figure che si muovono tra le tombe. La scena è, infatti, un cimitero dove spiccano due lapidi con un paio di crocette ai lati, che talvolta s’illuminano di rosso, e quattro cipressi stilizzati impressi sul fondale nell’allestimento minimale/essenziale di Lino Fiorito. Il tempo è sospeso, come a dover vivere l’ultimo giorno della loro vita. A partire da gesti affettuosi e familiari, queste anime si confrontano al tramonto, tra i sepolcri di un simbolico camposanto, sfidando gli anni passati e i ricordi, che sembrano averli abbandonati per sempre.

Si assiste all’intrecciarsi surreale di dialoghi raffinati, dai ritmi serrati e parole ripetute che sembrano intercettare le loro relazioni, nonché a un’intimità domestica al limite tra verità e dramma. ‹‹L’Amore è una condizione estrema e, forse, eterna››.
“Amore” è l’appellativo con cui, quasi ossessivamente, la donna (una poliedrica Giulia Weber) si rivolge al marito: un gergo amorevole in cui le parole si logorano fino a perdere il significato originario, per divenire qualcos’altro. Non resta che abbandonarsi a vecchie reminiscenze, creando così un universo parallelo abitato da oblio e rimpianti, dimenticanze e amari sorrisi.
Con “Amore” la compagnia Scimone Sframeli costruisce l’ottava tappa della loro ricerca “verso l’essenza del teatro”. Li avevamo lasciati l’estate scorsa con un altro importante lavoro, “Nunzio”, ospiti dell’Estate Fiesolana 2016. Allora come oggi li ritroviamo testimoni di brillanti storie comuni, dalle disavventure ignote, che provano a sopravvivere alla fumosa realtà dell’ordinario collettivo. Un gioco di squadra che dal 1994 li vede in prima linea come compagnia indipendente, sempre ben amalgamati  e capaci di una narrazione poetica del presente che, seppur forte di una rielaborazione di diverse correnti letterarie del Novecento, riesce a traghettarci in una nuova dimensione esistenziale, dove il tempo si contrae e l’attesa è fonte di saggezza ed ispirazione anche per i più scettici.

Firenze – TEATRO DELLE ARTI, 17 marzo 2017.

Mara Marchi

AMORE – Regia: Francesco Sframeli; Assistente alla regia: Roberto Bonaventura; Scenografia: Lino Fiorito; Luci: Beatrice Ficalbi; Interpreti: Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Gianluca Cesale, Giulia Weber.

Foto: Paolo Galletta

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