Alessandro Pacchiano é la nuova scommessa di Antonio Mocciola, che lo ha personalmente scelto, assumendosi notevoli rischi, come protagonista del cortometraggio “Crepa”, che si girerà ad ottobre in Irpinia. Lo abbiamo incontrato per una breve intervista, all’alba del suo esordio assoluto sul grande schermo.
“Crepa” é il tuo primo cortometraggio da attore. Come ti approcci a questa esperienza? Come hai conosciuto l’autore Antonio Mocciola?
Ho conosciuto Antonio grazie al mio ragazzo, che mi ha portato con sé allo spettacolo “Dispacci da Mosca”. Mi ha affascinato da subito il suo modo di lavorare e nonostante quando mi chiese di partecipare a “Crepa” fossi reticente, da subito mi sono approcciato con passione e voglia di comunicare qualcosa.
Il film parla di plagi, rapporti malati e omosessualità. Come descriveresti il tuo personaggio?
Il mio credo sia un personaggio vittima della famiglia e di un’educazione cattolica opprimente, ma che ormai non riesce a venir fuori dalla sua situazione se non impazzendo. Quando interpreto Alberto penso a Isabelle Adjani, Gena Rowlands, Bette Davis, che a mio avviso hanno saputo sublimare la follia sul grande schermo.
Comparirai sul grande schermo in un ruolo difficile, in cui ti si vedrà completamente nudo. Che tipo di emozioni accompagnano questo esordio così inusuale?
Loredana Bertè dice che a spogliarsi davanti a tutti “non ce sta niente de strano”; provo a fare mia questa filosofia, vivendo la mia nudità davanti alla telecamera con estrema naturalezza.
Sei al debutto come attore, ti piacerebbe ripetere questa esperienza?
Assolutamente sì.
Sei tra i modelli della mostra “Le vittime di Dio”. Com’è stata come esperienza quella di posare nudo e poi vederti esposto sulla parete?
Le dirò, pensare di essere di poter veicolare un messaggio grazie al mio nudo e che sia arrivato a tanti, fa alzare alle stelle il mio egocentrismo