Al Teatro Piccolo Bellini va in scena la nuova piéce delle Voci di Scampia, uno spettacolo che però va molto oltre il semplice racconto sul calcio.
Il calcio è una rivalsa sociale o grande illusione, o semplicemente lo sfondo per banalissime storie quotidiane, amori e tragedie. L’attesa religiosa di un messia che possa cancellare il male dal mondo. Maradona è stato questo: la grande gioia per una città, un simbolo per una nazione, ma allo stesso tempo un sogno mai avverato di rivincita. “Diego – Non sarò mai un uomo comune” è tutto questo. Presentato al Piccolo Bellini dalla compagnia Vodisca, titolo più che mai ironico, visto che è un’opera su persone comuni, storie banali ma che per questo trasmettono tenerezza.
Su un palco in cui gli unici oggetti di scena sono cinque palloni, polivalenti e delineatori di spazio, che si muoveranno come particelle impazzite, si svolge la storia d’amore tra Tonia, e Lello operaio dell’Italsider, patito del Napoli e soprattutto del suo idolo Maradona, che invoca quasi come se fosse una sorta di divinità. Di primo impatto l’idea ricorda molto quella di “Febbre a 90°” il libro di Nick Hornby, con la storia d’amore sullo sfondo degli eventi calcistici. In comune hanno l’ambientazione negli anni Ottanta, ma diversissimi sono i ceti sociali, la serie di eventi e il tono che nel caso dello spettacolo di Vodisca è molto malinconico.
Una storia d’amore come tante, tra persone semplici. Sullo sfondo una Napoli post-terremoto, la chiusura dell’Italsider, l’emergenza ambientale. Una città lasciata sola dalle istituzioni nel degrado e nella povertà, con la malavita e la droga unica presenza nel territorio. Ma allo stesso tempo c’è l’incomunicabilità tra due persone che nonostante parlino la stessa lingua, si trovano su due piani diversi, tra feedback che in certi momenti portano ad un vero e proprio blackout comunicativo. Incomunicabilità che verrà spiegata in parte nel finale, ma che sicuramente è molto di più.
Le Voci di Scampia dimostrano di nuovo di avere molto a cuore le problematiche sociali, e con la regia di Aniello Mallardo, portano in scena un dramma che utilizza una narrazione diretta e senza fronzoli e che indica subito gli obiettivi che intende colpire, a volte in maniera anche un po’ didattica e didascalica. Buona la prova dei due attori: Maddalena Stornaiuolo che si esibisce in una interpretazione verace, ma allo stesso tempo fantasiosa, e Luigi Credendino che riesce ad alleggerire senza eccedere, un personaggio molto delicato.
“Diego – Non sarò mai un uomo comune”, nonostante il titolo è un lavoro che ha poco a che fare con il campione argentino, è anzi una cronaca della sconfitta, un resoconto del dramma della normalità e di una città in cui anche la stessa normalità è resa difficile ogni giorno da un nuovo problema. Dramma che porterà al sacrificio simbolico di quattro dei cinque palloni sul palco.
Il ricavato dello spettacolo sarà interamente devoluto per la realizzazione di una Fattoria Didattica per bambini disabili a Chiaiano.
Napoli, Teatro Piccolo Bellini, 22 Marzo 2014
Francesco Di Maso
DIEGO – NON SARÒ MAI UN UOMO COMUNE da un progetto di Aniello Mallardo
Con: Luigi Credendino e Maddalena Stornaiuolo
Regia Aniello Mallardo