“Transfert”: proiezioni e alchimie tra presente, passato e futuro

Al Bolognini di Pistoia il noir psicologico di Lorenzo De Laugier.

Il transfert in psicoanalisi è un particolare meccanismo mentale che porta una persona a spostare schemi, sentimenti, pensieri e comportamenti sperimentati con figure significative del passato, su un’altra persona coinvolta in una relazione interpersonale attuale. Piccolo limite di tale processo riguarda la sua natura inconscia, che porta alla non percezione delle origini del transfert stesso. Che cosa succede quando si è, invece, costretti a prendere consapevolezza di sé, perché forse non rimane altra scelta che ‹‹parlarsi, ascoltarsi, capirsi e perdonarsi››? Tutte tematiche ben affrontate nell’ultimo lavoro del pistoiese Lorenzo De Laugier, “Transfert”, in scena al Piccolo Bolognini di Pistoia sabato 17 settembre. Una trama ben congegnata che ricama sulle relazioni oggettuali, svelando con chiarezza e sensibilità i misteri dei rapporti umani. Al centro della storia un uomo di mezza età, Maurice, condotto in una notte di pioggia incessante in un posto di frontiera. A svelare i punti cruciali della vita del protagonista, tre uomini, archetipi proiettivi di fragilità rimosse che porteranno inevitabilmente ad una improvvisa resa dei conti.

Come nella colonna sonora “Flowers” di Moby, che introduce la vicenda, anche Maurice è costretto a “sollevarsi ed accovacciarsi, a strappare il terreno – Lift and squat, gotta tear the ground”, quando il suo mondo cade a pezzi e la vita sembra sfuggirgli di mano senza dargli il tempo di fermare il corso inarrestabile degli eventi. C’è un cadavere, si cerca l’assassino, tutto sembra perduto, ma da un preciso momento in avanti si intravede una traslazione, un transito di fuga che come una linea di confine demarca ciò che siamo stati e ciò che possiamo ancora essere. La scenografia e gli attori in essa diventano testimoni dell’inconscio, mantenendosi ed identificandosi con gli scambi e gli spostamenti in atto. Da un lato li percepiamo per aspetti molto diversi da quelli che sono, dall’altro si spogliano di tutte le inutili debolezze che li dilaniano: ‹‹ il freddo ti congela e tu ti senti costantemente in ritardo››.

A metà strada tra il genere noir e il thriller psicologico, la regia di De Laugier si mostra fin dai primi risvolti capillare e sincera. Come un analista dietro il lettino anche la sua inquadratura mantiene la giusta neutralità, ma non manca d’intensità, mostrandoci i giochi nevrotici, i limiti e le colpe dei suoi personaggi. Un’indagine interiore che costringe tutti a fare un bilancio, a levare l’ancora perché ‹‹ sudare, sanguinare e battere forte i denti può aiutare a salvarsi››. Una lezione amara, che solo privati dei nostri meccanismi di difesa impariamo a riconoscere, per riscoprirci più autentici e meno artefatti. Dopotutto, l’amico Maurice, brillantemente interpretato da Marcello Sbigoli, una lezione l’ha imparata: ‹‹mi pare di capire che stare male possa essere l’unica possibilità per continuare a vivere››.

Pistoia – PICCOLO TEATRO BOLOGNINI, 17 settembre 2016.

Mara Marchi

TRANSFERTRegia: Lorenzo De Laugier; Drammaturgia: Lorenzo De Laugier; Luci e Fonica: Aulo Sarti; Grafica: Enrico Anzuini; Video: Davide Castagnetti; Interpreti: Giacomo Casali, Marcello Sbigoli, Vladimir Voccoli, Silvio Zanoncelli.

Foto: Luca Giuntini

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