“Terramara 1991 / 2013”: il passato che si fa presente attraverso la Terra

La performance “Terramara 1991 / 2013”, in scena al Teatro Kismet nell’ambito della rassegna DAB / Danza a Bari, parla al pubblico di passato, di presente e dei cicli della Terra.

Delle gerle bianche sullo sfondo, arance sospese a mezz’aria come frutti appesi ad un albero e una leggera nebbia. Questa, la scenografia – essenziale e dal tempo indefinito – di “Terramara 1991/2013”, riallestimento nell’ambito del Progetto RIC. CI / Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ’80 / ’90, ideato e diretto da Marinella Guatterini.

Lo spettacolo, con la coreografia di Michele Abbondanza, tra musiche di Bach, Yared, Borè e alcune sonorità derivate dalla tradizione popolare – ungherese, indiana, rumena e siciliana –, restituisce allo spettatore la sua appartenenza al mediterraneo, lo fa sentire parte di una comune terra d’origine, dalla quale tutto è partito e verso cui tutto tende e ritorna. “Terramara” infatti, deriva dal nome di un antico insediamento costituito principalmente da capanne. Per “terra-marna” si intendeva un terreno ricco di sostanze organiche, grasso e nerastro, ma decisamente molto fertile. Da lì, il passo a terre “amare”, in tutte le declinazioni possibili del termine, è breve. Ed è proprio di questo che ci parlano i due performer, Eleonora Chiocchini e Francesco Pacelli – scelti e guidati dai coreografi originari –, mentre danzano la loro storia d’amore seguendo il ritmo prorompente della natura. Li vediamo così nelle loro fatiche quotidiane, intenti nel lavoro dei campi. Insieme a loro, lo spettatore ripercorre i cicli naturali della Terra, tra gioia, dolore, creazione, in un continuo ripetersi di gesti e abitudini, sotto la luce rossa-arancio del solleone.

Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, entrambi allievi di Carolina Carlson, a distanza di anni recuperano il primo lavoro di cui hanno curato i minimi dettagli e gli danno nuova vita.

Tra le arance disseminate sul palcoscenico, i performer sembrano ripercorrere antichi gesti del passato, ricordi di un tempo cadenzato da un metro di misura in cui nascita, crescita, morte e rinascita hanno parte fondamentale. Un tempo ancorato al rapporto imprescindibile di amore e odio tra l’individuo e la terra. Su questo stesso ritmo viene scandagliato il rapporto amoroso e le sue molteplici sfaccettature. I due danzatori, tra sguardi di intesa e improvvisi cambiamenti di umore, proprio nel momento in cui raccolgono le arance scegliendole accuratamente, sembrano frugare tra i ricordi del passato, tra quelle immagini rese attraverso il colore caldo del frutto appena colto.

Tra i richiami naturalistici a Pina Bausch, i chiaro-scuro a scandire il ritmo naturale della Terra e l’odore delle arance che si propaga tra il pubblico, “Terramara 1991 / 2013” sprigiona la sua carica emotiva e tutta l’armonia bucolica che la natura è in grado di trasmettere.

 Alessandra Lacavalla

Terramara 1991/2013

coreografia MICHELE ABBONDANZA

con ELEONORA CHIOCCHINI e FRANCESCO PACELLI

cura dell’allestimento ANTONELLA BERTONI

musiche J. S. BACH, G. YARED, S. BORE’ e MUSICHE DELLA TRADIZIONE POPOLARE

luci CARLO MELONI

scene 1991 LUCIO DIANA

realizzazione costumi MARTA GRISO

direzione tecnica ANDREA GENTILI

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