Salt-Sale, Un frattempo di felicità

Il Festival Internazionale di Commedia dell’Arte “I Viaggi di Capitan Matamoros” – giunto ormai alla sua quinta edizione e organizzato dalla cooperativa En Kai Pan – ha riportato a Napoli l’Odin Teatret, nelle persone di Roberta Carreri e Jan Ferslev, in scena per una sola serata al Teatro San Ferdinando.

Salt-Sale adattato e diretto da Eugenio Barba è uno spettacolo del 2002, ma non è affatto datato, anzi potrebbe andare in scena sempre e per sempre, sia per la tematica “universale” che racconta, sia per la messinscena quanto mai attuale.

Un sipario chiuso e una musica accogliente ci attendono, Jan Ferslev odierno Pessoa dal panama bianco ci aspetta e ci prende per mano conducendoci in un mondo parallelo. Pessoa-Freslev si accomoda dietro a un banchetto posto a sinistra della scena e suona per quasi tutta la durata dello spettacolo, sul fondo una tela bianca, sulla destra un attaccapanni e un catino, del sale è sparso per terra formando un quadrato, una sorta di recinto che termina sul proscenio con una sedia e una montagna di sale. La protagonista invade il palco con la sua presenza gettando un bastone nella montagna, è una viaggiatrice, lo si capisce dai suoi abiti e dalla valigia. Entra nel quadrato di sale che altro non è che il suo quadrato d’azione, e inizia a raccontare la sua storia d’amore, un amore finito, un amore scomparso, la sua sofferenza.

La storia – tratta dalla novella di Tabucchi “Lettera al vento” in Si sta facendo sempre più tardi. Romanzo in forma di lettere – è poetica ma nella sua essenza ineffabile; sono il corpo, che si contorce in movimenti sofferenti ma composti dipanandosi sull’intera scena, e la voce, che cambia di viaggio in viaggio, a raccontare i differenti stati d’animo della protagonista. I suoi movimenti sono valorizzati da un intervento di luci mai casuale, luci soffuse, luci accoglienti, luci rosse esoteriche. L’interpretazione della Carreri, composta nella sua travolgente passionalità, non è fatta di soli movimenti, ma si appoggia costantemente anche a gesti: si veste, si spoglia, si copre il capo, porta la valigia perdente sale, si lava il viso, accende una candela; gesti disconnessi ma che nel loro susseguirsi ci trasmettono i turbamenti di un’anima afflitta dalla perdita. Barba dirige con armoniosa maestria questa variegata orchestra fatta di gesti, movimenti, voci, luci, oggetti, regalandoci immagini tristi ma sempre poetiche, appaganti, indelebili.

Mariarosaria Mazzone

Napoli Teatro San Ferdinando, Giovedì 20 novembre ’18

Basato sulla novella “Lettera al vento” in Si sta facendo sempre più tardi. Romanzo in forma di lettere di Antonio Tabucchi

attori: Roberta Carreri, Jan Ferslev
musica: Jan Ferslev
scenografia: Antonella Diana e Odin Teatret
costumi: Odin Teatret
disegnatore luci: Jesper Kongshaug
grafica: Marco Donati
foto: Jan Rüsz
assistente alla regia: Raúl Iaiza
consulente letterario: Nando Taviani
adattamento scenico e regia: Eugenio Barba

coproduzione: Fondazione Pontedera Teatro e Nordisk Teaterlaboratorium

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